Sono tante le domande che i maggiori esperti dell’economia mondiale si pongono in merito a quella che sarà la politica della Federal Reserve statunitense dopo la riunione prevista per domani, ma una svetta su tutte: la banca centrale americana è pronta a iniziare una politica più aggressiva?
Bisogna partire da un presupposto: il report sul mercato del lavoro americano, importante per le scelte di politica monetaria della Fed, dipinge per gli Stati Uniti un’economia solida e in salute. Un piccolo riassunto dei dati ci consente di notare come siano stati registrati 313 mila nuovi posti di lavoro, come la disoccupazione si sia stabilizzata al 4,1%, valore che non si vedeva dal 2001, e come i salari siano cresciuti. Gli analisti di Barclays spiegano che tali numeri corrispondono ad un periodo di maturità economica. Spiegano infatti in una nota:
La Fed ha definito il suo outlook per il mercato del lavoro come solido a dicembre nel momenti della sua ultima proiezione, che dal nostro punto di vista significa riconoscere che il mercato del lavoro sia sceso sotto il livello medio di lungo termine. Gli stimoli fiscali continueranno a comprimere il tasso di disoccupazione.
Ed è in questo stato di cose che la Fed renderà finalmente noto cosa vuole fare con i tassi di interesse: molti esperti si aspettano un aumento di 25 punti base e l’annuncio di 4 rialzi annui per il 2018 invece che i tre che tutti hanno ipotizzato. Domani, quando tutto sarà rivelato sarà anche possibile comprendere se la banca centrale passerà da una politica accomodante ad una più mirata ed aggressiva. Come sottolinea tra gli altri anche Franck Dixmier di AllianzGI:
Avendo già previsto e scontato un aumento dei tassi di 25 punti base, i mercati sono ora in trepidante attesa delle linee guida della Fed che saranno rese note nella riunione di marzo. La solida crescita dell’economia Usa potrebbe stimolare un cambio di rotta nel tono del Fomc, prefigurando più aumenti dei tassi all’orizzonte.