In pochi conoscono l’esistenza delle banche del tempo nonostante siano presenti nella maggior parte delle città italiane. Le Bdt sono associazioni basate sullo scambio di servizi; gli associati mettono a disposizione il proprio tempo per offrire servizi o prestazioni gratuite agli altri associati. La moneta di scambio è quindi proprio l’ora, i sessanta minuti offerti.
Sono nate alla fine degli anni ottanta, riscuotendo da subito molto successo soprattutto tra le donne. Le banche del tempo si presentano come un’alternativa al volontariato, anche se ne sono escluse le pratiche tipiche delle associazioni di voontariato come gli aiuti alle fasce più deboli od emarginati in quanto non è un’offerta gratuita di servizi, ma uno scambio e chi offre il proprio tempo deve poterne ricevere in cambio. Le “prestazioni” scambiate riguardano piccoli favori, come un passaggio in auto o un servizio di baby sitter.
Lo scopo è quello di creare una rete di solidarietà in cui ognuno mette a disposizione non solo il proprio tempo, ma anche le proprie abilità, e tramite il baratto di ore può ottenere quelle di altri. Questa iniziativa si chiama banca del tempo, perchè funziona come una vera e propria banca: chi offre il proprio tempo riceve in cambio un assegno che potrà riscuotere al momento del bisogno. Ovviamente per assegno si intende un assegno di “tempo”!
La banca registra i “movimenti”, ovvero le prestazioni in ore, ed ogni associato, o correntista, può trovarsi i debito od in credito di tempo. Queste associazioni hanno l’obiettivo di risvegliare in tutti le abitudini dei villaggi, dei piccoli paesi o anche solo del “buon vicinato“, dove come in una grande famiglia ci si aiuta e ci si scambiano favori, abitudini che la velocizzazione della vita e l’individualismo hanno man mano cancellato.
Una banca del tempo può essere creata da dei normali cittadini, basta che siano un numero minimo di 15-20. Non sono esclusi accordi o connessioni con gli altri enti pubblici e privati della città, che talvolta ne fanno parte o addirittura ne sono i fondatori (molte banche del tempo italiane sono state create dai comuni).
Le ideatrici delle prime banche del tempo sono state delle donne, proprio loro che nel conto del tempo sono sempre in rosso. Le abilità ed i saperi sono tutti equiparati: tu mi offri la tua consulenza finanziaria ed io ti insegno a cucinare, tu mi tagli l’erba in giardino ed io ti stiro le camicie.
Il funzionamento come già detto è proprio come quello di una banca vera e propria, con libretti di assegni e conti correnti anche se non si pagano gli interessi e l’andare in rosso ha come conseguenza un invito a “pareggiare” il tempo ricevuto con il tempo fornito.
Stanno sorgendo nuove banche del tempo in tutte le città d’Italia, con l’obiettivo principale di sollevare le persone dalle incombenze quotidiane ma anche di favorire la socializzazione, sempre più ristretta al cerchio di amici. Finalmente una banca in cui si può andare volentieri e senza la paura di essere in rosso!