L’Argentina ha chiesto ufficialmente aiuto all’Fmi, il Fondo Monetario Internazionale per tentare di arginare il crollo del peso, il quale rischia di far affondare l’economia dello stato. Il governo argentino ha tentato l’impossibile finora insieme alla Banca Centrale del paese.
Ma non è servito a nulla, motivo per il quale si sono convinti a chiedere aiuto all’FMI: ed è per questo che il presidente Mauricio Macri ha avviato con l’istituto immediatamente le trattative per un prestito di 30 miliardi di dollari che secondo il presidente del Fondo Monetario, Christine Lagarde dovrebbe essere approvato a stretto giro onde evitare il default dell’Argentina.
Analizzando la situazione è possibile rendersi conto quanto non ci fossero altre soluzioni praticabili oltre a questa, visto che sono già stati prelevati e spesi 5 miliardi dalle riserve nazionali argentine ed il costo del denaro portato al 40%. Se al calo della moneta si aggiunge un rialzo troppo alto dell’inflazione ed i salari del ceto medio che risentono del costo della vita ormai salito di circa il 30% dallo scorso gennaio è intuibile quanto grave sia la situazione e comprendere perché il Fondo Monetario stia dando la sua collaborazione.
Perché accade questo? Il mercato argentino purtroppo è facilmente vittima di scostamenti importanti e speculazioni da parte di falchi che vogliono guadagnare con la sua crisi e non mancano reazioni negative sia da parte della popolazione che dagli investitori che nei momenti di difficoltà cambiano i pesos in dollari e tolgono i soldi dalle banche.
Tecnicamente la linea di credito scelta dal fondo è flessibile: essa verrà sfruttata solo se con importante e piena necessità di liquidità.