Cassa Depositi e Prestiti è fase di rinnovamento: e tra di diversi passi che compongono questo percorso vi è anche quello che vede Claudio Costamagna, l’attuale direttore, dire no a prescindere ad un secondo mandato alla guida dell’istituti.
Posizione comprensibile che si va ad aggiungere al primo dei “tasselli” del cambiamento, ovvero la formazione del governo politico M5s-Lega. Non stupisce più di tanto la posizione di Costamagna che fino ad ora ha gestito i 250 miliardi del risparmio postale in modo irreprensibile: l’ex banchiere di Goldman Sachs ha utilizzato una nota per rendere pubblica la sua decisione e di averla presa in condivisione con il presidente dell’Acri e della Cariplo Giuseppe Guzzetti, che per conto delle fondazioni ex bancarie è azionista in Cdp con il 16% e ha diritto alla nomina del suo presidente. Ha sottolineato Claudio Costamagna:
Considero un onore aver presieduto per questi tre anni un’istituzione chiamata a realizzare parte della politica industriale del nostro paese disegnata dal governo con il concorso dei soci privati delle fondazioni. Porgo al mio successore i migliori auguri di raggiungere i traguardi che, insieme al nuovo amministratore delegato, saranno definiti di concerto col nuovo governo.
Cosa succederà ora? La prossima settimana il ministro del Tesoro Giovanni Tria, azionista di maggioranza di Cdp con i quattro quinti del capitale, deciderà insieme alle fondazioni i nomi da inserire nella lista comune del nuovo consiglio di amministrazione. Processo che dovrà concludersi entro il prossimo 16 giugno per poi essere discusso nel corso dell’assemblea del 20 giugno. Tra i nomi papabili per la presidenza figura quello di Massimo Tononi, anch’egli ex banchiere di Goldman Sachs ed oggi presidente di Prysmian.