Mario Draghi, governatore della BCE rassicura sul rialzo dei tassi: la Banca centrale europea gestirà nel migliore modo possibile e con pazienza quello che sarà questo specifico passaggio al fine di non creare scompenso alle singole economie.
E’ questo il punto focale di ciò che il presidente della BCE ha detto presenziando al forum delle banche centrali in corso a Sintra, in Portogallo.
[La BCE] rimarrà paziente nel determinare la tempistica del primo rialzo dei tassi, e adotteremo un approccio graduale nel regolare la politica monetaria. [Per far sì che l’inflazione riprenda in questo scenario economico] occorre che la politica monetaria nell’Eurozona rimanga paziente, persistente e prudente. La nostra recente decisione unanime assicura che il necessario sostegno da parte della politica monetaria resti al suo posto.
La notizia dello stop del quantitative easing a gennaio 2019 ha ovviamente creato qualche malumore: Draghi ha comunque spiegato che la situazione sarà supportata da un certo sostegno da parte della BCE e che “questo sostegno ha vari elementi, inclusi gli acquisti netti di titoli fino a fine anno, lo stock ragguardevole di titoli acquistati e i reinvestimenti ad essi relativi, e la nostra forward guidance sui tassi d’interesse“.
Detto ciò è interessante, parlando di titoli di stato ed in particolare di quelli italiani, affrontare quello che è il punto di vista di un esperto come Scott Mather, responsabile degli investimenti di Pimco che ha sottolineato come gli stessi, già sotto pressione per via dell’attuale squadra governativa, potrebbero salire ancora. Il rendimento del Btp decennale attualmente si attesta a 2,54% dopo aver toccato il 3,1% nel momento di massima tensione interna. Ci si aspetta quindi una crescita, ma inferiore a quella del 2011.