Il periodo estivo, quello nel quale di solito si discutono mezzi ed effetti della Manovra fiscale, è sempre pieno di promesse e illusioni. Sarà vero, come il ministro dell’Interno Matteo Salvini promette che vi sarà a settembre una vera e propria “rivoluzione” sulle tasse?
Sono molte le promesse elettorali fatte in campo economico che l’attuale Governo è chiamato a mantenere: tra tutti spicca il reddito di cittadinanza, ma dove lasciare flat tax e irpef rimanendo fedeli ai propri elettori e contemporaneamente rispettando ciò che Europa e BCE richiedono? Il ministro dello sviluppo e vicepremier Luigi Di Maio ha spiegato dopo l’ultima riunione di gabinetto a riguardo:
Non c’è bisogno di nessuno strappo con l’Unione Europea ma di un dialogo decisivo e sincero per riuscire ad ottenere delle cose. Il nostro obiettivo è farle insieme nella legge di bilancio e porteremo avanti tutte le politiche di dialogo sia con l’Unione Europea sia tutte le politiche di spending review e di riorganizzazione della spesa pubblica.
Un discorso che in teoria non fa una piega ma che in pratica, come la storia economica dell’Italia negli ultimi anni ha spiegato, non è facile assolutamente da tramutare in realtà: soprattutto quando le riforme strutturali sono basilari per potere ottenere risultati. E quando viene ipotizzato un aumento a scaglioni dell’Iva per sostenere la flat tax: un’idea che non piace a molte persone perché metterebbe in croce economicamente tutti per ottenere un beneficio per pochi e non, tra l’altro per i piccoli risparmiatori.
A settembre manca ancora un po’: sarà interessante vedere come si sistemeranno le cose prima della presentazione della Manovra.