Chi anticipava un accenno all’Italia ha senza dubbio azzeccato le previsioni: nel corso della conferenza stampa relativa alla riunione del board della Bce Mario Draghi ha effettivamente chiamato in causa il nostro paese, la situazione delle banche a causa dell’alto spread e la manovra.
Non sono mancate delle tirate d’orecchie, ma il governatore della Banca Centrale Europea è apparso nonostante tutto fiducioso. Ha così commentato infatti Mario Draghi sia sulla manovra che sullo spread:
E’ una mia percezione personale per cui prendetela per quello che è: resto fiducioso che un accordo sarà trovato. Non ho la palla di cristallo, se sarà 300, 400 o quant’altro . Certamente questi bond sono nel portafoglio delle banche, se perdono valore intaccano il capitale delle banche. Se mi si chiede cosa si può fare riguardo alle banche dato l’allargamento dello spread negli ultimi sei mesi, una prima risposta è ridurre lo spread e non mettere in dubbio la cornice istituzionale che sorregge l’euro.
Ed entrando più nello specifico per ciò che riguarda la situazione italiana Draghi ha sottolineato come dovrebbe prevalere la carta del dialogo da entrambe le parti:
Non c’è stata una grande discussione sull’Italia. C’era Dombrovskis, gli ho chiesto il permesso di citarlo, nel dire che occorre osservare le regole di bilancio, ma cercare anche il dialogo. Forse c’è qualche ricaduta, ma limitata. Finanziare i deficit non è nel nostro mandato: abbiamo l’Omt come strumento specifico, per il resto siamo in un regime di dominanza monetaria.
Come ci si aspettava è stata confermata ancora una volta la fine del quantitative easing per il prossimo gennaio ed i tassi di interesse sono stati lasciati invariati.