Sarà Fincantieri a fornire il supporto tecnico e tecnologico ai cantieri cinesi per la costruzione di due navi da crociera per Cssc Carnival Cruise Shipping Limited. Si tratta delle prime unità di questo genere mai realizzate in Cina per il mercato interno. La prima consegna è prevista per il 2023, la seconda nel 2024.
I contratti sono stati firmati, nei giorni scorsi, a Shanghai tra l’amministratore delegato di Fincantieri, Giuseppe Bono, e il sindaco del distretto di Baoshan della città di Shanghai, Fan Shaojun.
L’accordo fa parte del quadro di intese tra Fincantieri, China State Shipbuilding Corporation (CSSC), il maggiore conglomerato cantieristico cinese, e Carnival Corporation che erano già state annunciate nel febbraio 2017. I contratti prevedono la creazione di un hub di settore, dedicato principalmente alle attività crocieristiche, ma anche cantieristiche e marittime, nell’ambito dello sviluppo di tali comparti avviato dalla Cina.
Le basi di questa cooperazione industriale tra l’Italia e la Cina erano già state poste a fine agosto a Pechino, dove l’Amministratore delegato di Fincantieri Giuseppe Bono aveva firmato un Memorandum of Understanding con la China State Shipbuilding Corporation (CSSC). I due gruppi già collaborano da anni e la reciproca fiducia ha consentito un ampliamento della cooperazione industriale nel settore delle costruzioni navali mercantili.
Il progetto relativo alla costruzione delle due navi, il cui valore complessivo è di circa 1,5 miliardi di dollari, sarà realizzato da Shanghai Waigaoqiao Shipbuilding Co. Ltd (Sws), controllata da China State Shipbuilding Corporation (Cssc). Dalla somma finale sono escluse le opzioni per ulteriori quattro navi, che potrebbero diventare immediatamente “nuovi ordini” nel caso in cui il risultato commerciale sarà soddisfacente e non credo che vi saranno problemi conoscendo le competenza, le strutture e le capacità di Fincantieri.
La joint venture è costituita da Fincantieri e Cssc Cruise Technology Development Co. Ltd (Cctd) e fornirà in licenza a Shanghai Waigaoqiao Shipbuilding la piattaforma tecnologica e una serie di servizi tecnici, tra i quali attività di project management, gestione della catena di fornitura e vendita di sistemi e componenti fondamentali della nave.
Il distretto di Baoshan fornirà finanziamenti, agevolazioni fiscali, commerciali e amministrative, terreni e altre risorse, anche in vista di un eventuale insediamento di aziende straniere introdotte dai partner. Fincantieri, infatti, ha dato ampio supporto al distretto nella definizione delle “preferential policies” per attrarre i fornitori e promuoverà il parco presso il proprio network e al di fuori dello stesso, come base per le società che vogliano accedere alle opportunità del progetto.
Fincantieri ha tutte le carte in regola per diventare il volano per l’insediamento in Cina della propria catena di fornitura, o di altre Pmi, che in questo modo trarrebbero un notevole vantaggio dall’operazione.
È bene ricordare che Fincantieri, guidata da Giuseppe Bono, è un’assoluta eccellenza italiana con alle spalle 230 anni di storia, più di 7.000 navi costruite, 8.400 dipendenti e un indotto che impiega quasi 50.000 addetti. Il Gruppo con i suoi 20 stabilimenti in 4 continenti ed oltre 19.000 dipendenti, è il principale costruttore navale occidentale ed annovera tra i propri clienti i maggiori operatori crocieristici al mondo.
A margine dei contratti sottoscritti a Shanghai, nel corso della quinta edizione del Business Forum Italia-Cina, l’Amministratore delegato di Fincantieri Giuseppe Bono ha dichiarato: “Questo ulteriore traguardo rappresenta la miglior conferma che il presidio di un mercato strategico e ad alto potenziale come quello cinese procede con grande determinazione e all’unisono con due campioni come il Gruppo Carnival e CSSC, a riprova dell’enorme portata dell’operazione”.
“Affermare che la Cina – ha proseguito – rappresenti un’opportunità appare ormai riduttivo: è una realtà che non bisogna temere ma che, al contrario, va accompagnata perché è questo stesso grande Paese a chiedercelo, riconoscendo così la nostra leadership nel comparto”.
A non vedere di buon occhio la presenza di Fincantieri in Cina è il viceministro delle Infrastrutture e Trasporti Edoardo Rixi, in quota Lega, che qualche giorno fa, quando si vociferava l’ipotesi di un possibile coinvolgimento cinese nella ricostruzione del ponte Morandi di Genova, aveva evidenziato: “Se non siamo in grado di dare ad un’azienda italiana la ricostruzione del viadotto, rischiamo un enorme danno di immagine”, aggiungendo “Non sono contrario a cercare investimenti all’estero, anche in Asia. Ma non possiamo cedere asset strategici per il Paese”.
Sull’importante accordo sottoscritto da Fincantieri in Cina, Rixi ha dichiarato: “«Fincantieri secondo me ha commesso un grave errore, così l’industria navalmeccanica rischia di finire come il tessile, svenduta ai cinesi. Va bene il dialogo ma deve essere alla pari, così rischiamo che tornino i fantasmi del passato. Condivido l’allarme che aveva lanciato Gianluigi Aponte”.
A guardare al mercato cinese non c’è solo Carnival, che sta rafforzando ulteriormente la sua leadership ed è legata a Costa Crociere, ma anche MSC Crociere fondata da Gianluigi Aponte.
Forse il viceministro delle Infrastrutture e Trasporti Edoardo Rixi si preoccupa troppo dei cinesi in quanto vuole andare in soccorso di Aponte e della sua compagnia di navigazione?
È inconfutabile come l’accordo sottoscritto in Cina sia il riconoscimento di Fincantieri come leader nel settore della cantieristica delle navi da crociera.