Uber accelera i tempi riguardanti il suo sbarco in Borsa, rendendo noto, sebbene in modo confidenziale consegnando la documentazione alla Sec, che il suo sbarco in borsa potrebbe avvenire addirittura nel primo trimestre del prossimo anno.
L’indiscrezione è arrivata direttamente dal Wall Street Journal che difficilmente sbaglia in tal senso. Da quel che si evince l’offerta includerebbe le società Palantir Technologies, Slack Technologies ed Airbnb: in molti pensano che si tratti di un modo di battere sul tempo la concorrente Lyft che dovrebbe entrare nel listino tra marzo ed aprile 2019. Di quanto valore si parla? L’ultima valutazione privata relativa ad Uber racconta di un valore di 76 miliardi di dollari che secondo Goldman Sachs e Morgan Stanley sarebbe anche non adeguata dato che i loro analisti hanno ipotizzato una valutazione pubblica di 120 miliardi di dollari: ad Uber basterebbe offrire solo il 21% delle sue azioni per diventare l’Ipo più grande di tutti i tempi.
Detto ciò è importante comprendere che non è detto che Uber conquisti davvero una valutazione stellare di questo genere. Economicamente parlando è necessario tenere conto delle numerose variabili legate ad una situazione del genere tra le quali, nel caso specificano figurano i problemi tra i sostenitori finanziari di Uber, l’aumento delle perdite, i ricavi in frenata e gli imprevisti legati al progetto dell’auto senza conducente. Il nuovo amministratore delegato Dara Khosrowshahi sembra essere convinto si tratti di un obiettivo possibile: il prossimo anno sarà l’Ipo direttamente a dimostrare la validità delle sue idee e del suo lavoro, nonché il valore borsistico di Uber.