Unicredit rischia di dover pagare una multa salata alla Commissione Europea per via di una presunta violazione della normativa antitrust in relazione a titoli di Stato europei avvenuta tra gli anni 2007 e 2012.
Un possibile illecito rivelato da indagini condotte a tappeto dall’ente europeo relativo alle procedure espletate in quel periodo. Insomma, sul futuro della banca potrebbe abbattersi una sanzione dell’Antitrust che potrebbe arrivare a toccare fino il 10% del suo fatturato totale: è questo che spiega una nota della società, la quale ha depositato “una richiesta di supplemento al proprio Documento di Registrazione e al Prospetto di Base relativo al Programma di emissione di certificati di investimento” approvato dalla Consob.
La sanzione che rischia la banca italiana è parte di quel procedimento della Commissione Europea, reso noto lo scorso 31 gennaio, secondo il quale dal 2007 al 2012, otto banche europee avrebbero dato vita ad un cartello per disturbare la concorrenza nel trattare titoli di Stato europei: questo significa che vi sarebbero prove del fatto che i traders scambiassero tra di loro informazioni sensibili e si mettessero d’accordo in merito alle strategie di vendita da applicare.
Spiega la nota:
[Il Gruppo] non considera più remoto, ma possibile, sebbene non probabile, un esborso di cassa volto al pagamento di una potenziale sanzione in conseguenza dell’esito del procedimento. [In base alle] informazioni attualmente a disposizione, non risulta possibile quantificare in maniera attendibile l’importo di una eventuale sanzione. Se la Commissione europea dovesse concludere che vi è sufficiente evidenza di una violazione della normativa potrà adottare una decisione che proibisca la condotta in esame e che imponga il pagamento di una sanzione per un ammontare massimo del 10% del fatturato annuo mondiale della società.