Niente “decreto famiglia” per ora: a sottolinearlo ci ha pensato il ministro dell’Economia Giovanni Tria ospite ad Agorà. A prescindere da quelle che potevano essere state le promesse fatte in precedenza, non vi sono i soldi per dare il via libera a questa iniziativa.
Insomma, se ci si aspettava da parte del Governo un aiuto, questo è stato rinviato a data da destinarsi, nel 2020. Il reddito di cittadinanza, a quanto pare, avrebbe toccato dei fondi che sarebbero potuti essere utilizzati proprio per dare copertura al “decreto famiglia”. Sottolinea il ministro:
Non sappiamo cosa sia questo miliardo. Se si spenderà meno di quanto preventivato si saprà a fine anno e non adesso. E’ inoltre chiaro che queste spese non possono essere portate all’anno successivo. [Le coperture] per ora non sono state individuate.
Giovanni Tria ne ha per tutti, a partire dai famosi “80 euro” di Matteo Renzi che hanno aiutato molte famiglie italiane in questi ultimi anni, fino ad arrivare al deficit. Sul contributo dell’ex premier spiega:
Nell’ambito di una riforma fiscale gli 80 euro vengono riassorbiti. Tecnicamente – è stata una decisione sbagliata, risultano come spese e non come un prelievo. Inoltre tecnicamente è stato un provvedimento fatto male.
Ed aggiunge:
Il deficit non è una decisione autonoma dai mercati, perché significa prendere denaro a prestito. Il problema è che il deficit significa che qualcuno sia disponibile a prestarci del denaro a quel tasso di interesse. Inutile pensare di fare un deficit per 2-3 miliardi in più quando poi per fare questo dobbiamo fare interessi aggiuntivi per 2-3 miliardi. […] Salvini lo sa bene e non devo spiegare nulla a nessuno. C’è una campagna elettorale in atto.
E qualcosa eufemisticamente lascia pensare che sarà la popolazione a rimetterci.