Corsa contro il tempo per Banca Carige al fine di evitare la liquidazione. Sorge spontaneo chiedersi: dove è finito l’ottimismo portato dalle parole, ormai dimenticate, del vicepremier e ministro dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio che era pronto a far diventare l’istituto genovese una banca di stato?
A quanto pare, secondo gli ultimi report a tal proposito insieme alle possibilità di una ricapitalizzazione statale.
Problemi tecnici nel salvataggio di Banca Carige
Il Governo avrebbe infatti fatto un passo indietro per ciò che concerne un aumento di capitale statale come paventato inizialmente, almeno secondo le indiscrezioni stampa riportare da Il Sole 24 Ore e da Repubblica. Lo Stato, è emerso da un incontro tra i tecnici del Mef e quelli di Bankitalia, “non può muoversi con un aumento precauzionale, come quello lanciato per MPS due anni fa” e questo perché vi sono forti possibilità che Banca Carige possa, in seguito a un esame sui crediti denotare un deficit di capitale per “perdite pregresse o probabili”: fattore che rende impossibile per legge applicare la stessa formula di salvataggio utilizzata per Monte Paschi di Siena.
Interesse di Bper Banca e Cassa Centrale in Banca Carige
Mancano 25 giorni al termine ultimo stabilito dalla BCE per salvare Banca Carige e sia Cassa Centrale che Bper Banca avrebbero reso noto di essere interessati all’istituto genovese a patto che venga rispettata una precisa condizione: ovvero che il salvataggio abbia un impatto neutro sul patrimonio. Si è espresso così l’ad di Bper Banca Alessandro Vandelli, adeguando il potenziale da farsi a quello applicato per le banche venete.
Sul tavolo delle trattative vi sono delle possibili soluzioni ibride nel frattempo che riguardano un intervento misto tra pubblico e privato con l’aiuto di Mediocredito centrale e Credito Sportivo e dello Schema volontario e obbligatorio del Fondo interbancario di tutela dei depositi, oltre ai soci storici della banca. Ma come già sottolineato da tutte le parti in causa quello che è importante capire è se vi siano le basi per un intervento delle banche sopracitate.
Cassa Centrale Banca, il polo trentino delle banche di credito cooperativo, sarebbe già impegnata nella messa a punto di una soluzione industriale in collaborazione del Fondo Interbancario e dei principali azionisti di Banca Carige. Indiscrezioni stampa vogliono che CCB abbia firmato un NDA (non disclosure agreement, N.d.R) proprio con i vertici dell’istituto genovese per eseguire un esame preliminare dei conti di Carige e verificare la fattibilità di una potenziale alleanza industriale.