La Fed è pronta a tagliare ancora una volta i tassi di interesse: è questo ciò che gli analisti si aspettano che avverrà a breve e la colpa sembrerebbe dover essere attribuita ai dazi voluti da Donald Trump alla base della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina.
Nuovo taglio dei tassi da parte della Fed
Quella riguardante la Federal Reserve è una situazione economica e politica molto particolare, soprattutto in un momento in cui il mercato globale sembra aver concentrato tutta la sua attenzione sulle decisioni in materia di stimoli monetari da parte delle banche centrali le quali sono impegnate nella messa a punto di politiche che possano facilitare la crescita dei propri stati di riferimento. La prima a “parlare” sarà la Bce, seguita dalla Fed che si riunirà i prossimi 17 e 18 settembre. Secondo ciò che ha anticipato il Wall Street Journal, il quale difficilmente sbaglia, la banca centrale americana taglierà i tassi di almeno 25 punti base, proprio come occorso nell’ultimo meeting. Vi sono alcuni investitori ed esperti del settore che sostengono che si potrebbe raggiungere una decurtazione pari a 50 punti base, soprattutto per via del rallentamento della crescita legato soprattutto alla guerra commerciale in atto con la Cina.
Uno scontro che per quanto di tanto in tanto presenti delle apertura da parte di entrambi gli interlocutori non manca di rallentare entrambe le economie.
Previsioni contrastanti riguardo il taglio tassi Fed
Per ciò che concerne il taglio dei tagli di interesse da parte della Fed le opinioni sulla sua grandezza spaziano in maniera molto diversificata. Alcuni traders ed investitori operanti nei mercati sono infatti, secondo quanto riportato dal giornale economico, convinti che si potrebbe palesare davvero un taglio di 50 punti base: lo stesso Wall Street Journal la vede però come una decisione che difficilmente verrà presa dai membri del FOMC, braccio operativo della Fed il cui ruolo è proprio quello di prendere decisioni sui tassi. Basandosi sui future è evidente che gli operatori vedono come quasi certa la probabilità di un taglio dello 0,25% mentre praticamente impossibile uno di 50 punti base.
Un’ennesima conferma di questa ipotesi arriva dal Beige Book, rapporto elaborato ogni sei settimane in merito alle informazioni raccolte nei 12 distretti in cui opera la banca centrale statunitense: nello studio relativo al periodo tra la seconda metà di luglio e la fine di agosto viene sottolineato come la crescita degli Stati Uniti prosegua anche se più moderata del normale per via dei dazi voluti da Donald Trump. Un taglio più alto di tassi non è necessario.