Anche i social network potranno essere utilizzati per combattere l’evasione fiscale: una novità introdotta in Francia lo scorso 27 dicembre grazie ad una norma nella Legge di Bilancio. Qualcosa che non molti sanno essere attiva già in Italia.
Francia ed Italia unite nella lotta all’evasione
Il ministro dei Conti Pubblici francese Gérald Darmanin ha sottolineato che “prevede di utilizzare i dati dei social per indirizzare meglio i controlli fiscali e doganali” grazie alla partenza di un programma di controlli che unirà il lavoro dei funzionari a quello di un algoritmo pensato appositamente per cercare all’interno di ciò che viene condiviso nei maggiori social come Twitter, Facebook ed Instagram.
Come già anticipato, tutto questo è una possibilità prevista in Italia da tempo e più nello specifico dal 2016: essa non è qualcosa di regolamentato dalla legge ma dalla circolare dell’Agenzia delle Entrate n. 16/E del 28 aprile che dà modo alle istituzioni di ottenere notizie utili agli accertamenti non solo dalle banche dati del sistema informativo dell’Anagrafe tributaria, ma anche da quelle che possono essere considerate “fonti aperte”. Anche la Guardia di Finanza, con la circolare del Comando Generale n. 1/2018 del 4 dicembre 2017 è autorizzato ad acquisire elementi utili da Internet e quindi dai social media.
La differenza sostanziale tra i due metodi è legata alla possibilità dei francesi di utilizzare un algoritmo avviando in questo modo controlli automatici rispetto alla necessità dell’esclusivo lavoro umano previsto in Italia.
Utilità dei social network alla lotta all’evasione fiscale
Una delle peculiarità di questo sistema di controllo basato sui social network riguarda la possibilità di verificare la residenza della persona. Il ministro Gérald Darmanin ha spiegato intervistato da Le Figaro:
Se dici che non sei residente fiscale in Francia ma continui a pubblicare foto su Instagram dalla Francia, potrebbe esserci un problema.
Cosa significa? Che attraverso le foto è possibile non solo verificare dove vivi/hai vissuto e quindi il fatto che devi pagare le tasse, ma anche capire se quel che viene denunciato a livello reddituale è esatto o meno. Ovviamente non potranno essere considerate prove certe, ma potranno divenire oggetto di ulteriori controlli e verifiche.
Unico limite? Quello della privacy: i giudici francesi hanno riconosciuto che deve essere rispettato il diritto alla riservatezza dei dati personali e che l’uso indiscriminato delle informazioni ottenibili dai social non può riguardare anche alle informazioni private. Questo significa che i controlli devono limitarsi alle pagine aperte ed ai contenuti che gli utenti divulgano come pubblici.