Il quantitative easing, principale strumento della BCE per aiutare gli stati membri dell’Unione Europea ad affrontare le crisi economiche, è parzialmente illegale. Questa è stata la decisione della Corte Costituzionale tedesca: una sentenza che potrebbe mettere a rischio La tenuta economica dell’intera Europa.
Una decisione che ha spiazzato
La decisione non è stata accolta con favore dalla maggior parte degli analisti, i quali si aspettavano una posizione decisamente più morbida della corte di Karlsruhe: i giudici, con la loro sentenza, non hanno lasciato spazio ai dubbi in merito al loro pensiero e hanno in qualche modo spianato la strada, nel caso la Germania volesse intraprenderla, al ritiro della Bundesbank dal programma di acquisto di titoli di Stato europei.
Sebbene il testo della sentenza lasci spazio a diverse interpretazioni. Quel “parzialmente” illegale infatti lascia spazio a diverse interpretazioni, tanto che alcuni organi di stampa hanno riportato la sentenza come una “assoluzione” nei confronti del programma di acquisto di titoli di stato da parte della BCE, mentre altri hanno subito richiamato la possibilità di un ritiro della banca centrale tedesca dal programma del quantitative easing.
Qual è la realtà? La Corte Costituzionale, con la sua sentenza, ha dichiarato che alcune azioni del quantitative easing della BCE violano parzialmente la legge tedesca e di conseguenza devono essere considerati illegali in Germania, ma che allo stesso tempo non contravvengono al divieto di finanziamento monetario degli Stati membri. È come se la BCE dovesse equilibrare ulteriormente gli obiettivi di politica monetaria agli effetti economici del programma perché in questo caso specifico le sue decisioni non sarebbero state concordi col suo mandato.
Come risolvere il problema della BCE
Per sistemare il “problema”, la BCE dovrebbe attraverso il suo consiglio direttivo adottare una nuova decisione per dimostrare in modo chiaro e senza possibilità di errore che gli obiettivi di politica monetaria perseguiti non siano “sproporzionati rispetto agli effetti di politiche economiche e fiscali risultanti dal programma“. Tradotto, la Banca Centrale Europea ha 3 mesi di tempo per modificare quelle parti del quantitative easing che risultano “illegali” per la Germania. Nella sentenza non si fa assolutamente cenno al nuovo strumento messo a punto per la lotta al coronavirus.
Per quanto la sentenza sia arrivata adesso, questo problema tra BCE e Germania risale al 2012, quando Mario Draghi e l’istituto misero a punto le OMT, ovvero le operazioni di acquisto illimitato di titoli di Stato a breve termine per i paesi in difficoltà.