Il ministro del Lavoro Nunzia Catalfo e i suoi collaboratori sono al lavoro sul nuovo pacchetto lavoro per sostenere l’economia e da quel che è emerso, le prime bozze relative agli interventi sembrano aver lasciato un buon segno su CGIL, CISL e UIL, le principali firme sindacali.
Cosa prevede la bozza del pacchetto lavoro
La misura prevede tra le diverse procedure, anche una ulteriore proroga per la cassa integrazione legata al covid -19 che prevede che l’attuale dal 15 luglio possa arrivare a coprire il prossimo dicembre. Ovviamente, per coloro che decidono di rinunciare all’ammortizzatore sociale vi sarà uno sgravio occupazionale. Una decontribuzione è prevista anche sulle assunzioni ma con il requisito che siano aggiuntive al perimetro occupazionale delle imprese.
Non si sa ancora quante risorse verranno occupate e come dilazionante nel tempo: al momento quello sul quale si lavora è uno schema che consenta di delineare l’intervento e da lì poi approfondire la questione. Anche il blocco dei licenziamenti è previsto che subisca lo stesso destino della cassa integrazione covid 19, ovvero una proroga fino a dicembre.
Vi sono però delle eccezioni: non sono previsti stop per le aziende in via di cessazione o già terminate. I lavoratori potranno richiedere la Naspi che sarà prorogata e il fondo “nuove competenze” sarà potenziato al fine di essere utilizzato, ci si sta pensando, anche per i lavoratori in transizione occupazionale.
Tempi stretti per far girare l’economia e sostenere i lavoratori
Il Dossier Lavoro sul quale il Governo è attualmente impegnato verrà a breve presentato anche a Confidustria e alle altre firme sindacali: l’intenzione è quella di avere un nuovo confronto con le parti sociali entro la fine di luglio, in modo tale da stringere i tempi il più possibile in modo tale da lavorare poi direttamente sulla riforma legata agli ammortizzatori sociali. L’obiettivo è proprio quello di riformare il sistema confrontandosi in modo più capillare con i sindacati.
Le reazioni finora ottenute sono state positive anche se circospette: la paura è che il Ministero delle Finanze possa cambiare i giochi in corso, soprattutto per via del fatto che dall’Inps ancora non arrivano i dati sulla cig necessari per capire quante risorse servono effettivamente per trasformare le idee del ministro Catalfo in realtà.
Per CIGL, CISL e UIL è necessario che a queste premesse si aggiungano fatti concreti, data la difficoltà di alcuni imprenditori di poter continuare con la loro attività agli stessi ritmi pre-covid senza gravare in qualche modo sui propri lavoratori.