Intesa Sanpaolo ce l’ha fatta; conquista infatti Ubi Banca con due giorni di anticipo rispetto alla chiusura dell’offerta pubblica di acquisto aumentata da parte della Consob. Le adesioni all’offerta hanno raggiunto il 71,91%: una percentuale importante che supera quel 66,67% richiesto alla banca di Messina per procedere alla fusione.
Adesioni all’offerta oltre le aspettative
La quota raggiunta consente infatti a Intesa Sanpaolo di controllare l’assemblea straordinaria: erano in pochi a nutrire dubbi sulla riuscila dell’operazione dopo che lunedì 27 luglio il fondo Silchester, che detiene l’8,5% di Ubi, aveva comunicato la propria adesione. Ieri è poi arrivato anche il si del Car, il patto di sindacato che riunisce alcuni grandi azionisti della banca bergamasca e in quel momento si è capito che Intesa ce l’aveva fatta.
L’offerta si è quindi conclusa (sebbene ufficialmente ciò accadrà il prossimo 30 luglio, N.d.R) dopo uno scontro tra le parti che definire aspro è un eufemismo, dati i continui botta e risposta da entrambe le parti. Da un lato vi era infatti Intesa che ripeteva come fosse necessario creare un grande gruppo europeo da 5 miliardi di euro di utile e dall’altra vi era l’istituto bergamasco che in ogni modo ha tentato di opporsi chiamando in causa Antitrust e Consob tra gli altri.
Carlo Messina ha sempre ripetuto che alla base delle intenzioni di Intesa Sanpaolo vi era quella di sfruttare “potenzialità rilevanti per i territori con la creazione di valore per tutti gli attori coinvolti, non solo i soci” partendo da un “grande progetto per creare un leader europeo“: ragioni che i vertici di Ubi Banca non volevano sentire, sottolineando come si trattasse di un’azione ostile e non condivisa da loro.
La svolta per l’offerta di Intesa Sanpaolo
La vera svolta nell’intera operazione c’è stata quando Intesa ha aggiunto all’offerta azionaria anche una componente in denaro per ogni azione: è stato in quel momento che pian piano gli azionisti di Ubi Banca hanno deciso di capitolare, evitando di rendere troppo complessa una operazione ormai definita dagli analisti come “irrinunciabile”.
L’unione tra queste due banche è previsto che portino sul mercato numeri importanti: si parla di un ammontare degli impieghi di circa 460 miliardi di euro, con un risparmio che gli italiani affideranno alla nuova banca che supererà il valore di 1,1 trilioni di euro secondo le stime, con ricavi di circa 21 miliardi di euro. Risultati che saranno ottenuti, secondo l’ad di Intesa grazie ad un “resiliente modello di business incentrato su Wealth Management e Protection“.
Intesa Sanpaolo, con l’arrivo di Ubi dovrà, come richiesto dall’Antitrust, cedere 532 filiali a Bper. La vera domanda ora riguarda il futuro di Victor Massiah, ad di Ubi Banca, uscito “sconfitto” dalla difesa dell’istituto. In molti si aspettano le sue dimissioni a breve.