Vola la moneta unica contro il dollaro, che quota vicino ad 1,33, ben sopra la resistenza posta a 1,30. Secondo gli analisti tecnici siamo vicinissimi ormai ad un livello tale per cui un suo eventuale superamento potrebbe portare la moneta unica ad apprezzarsi fino a 1,4. Mentre anche lo yen è in modesto rialzo oggi sulla piazza asiatica – ma solo contro dollaro – dopo che non tutte le borse della regione sono salite sulla scia di Wall Street, smorzando la propensione al rischio degli investitori e inducendoli a tornare alla relativa sicurezza delle valute a basso rendimento.
Il mercato sarà guidato principalmente dall’aggiustamento di posizioni tipico di fine anno
commenta Yousuke Hosokawa, senior manager della tesoreria di Chuo Mitsui Trust and Banking.
Gli scambi valutari hanno reagito poco o nulla alla notizia dell’approvazione alla Camera Usa di un piano di salvataggio da 14 miliardi di dollari del settore auto statunitense. Ma quello che sorprende visto gli andamenti delle due monete nelle ultime settimane è il grande apprezzamento della moneta europea contro il dollaro. Secondo gli esperti questo dipende sia dall’attesa di un prossimo taglio dei tassi da parte delle fed e sia dalle prospettive dell’economia americana che sembrano sempre piuù fosche. Si apprezza di oltre un punto percentuale anche la sterlina contro il biglietto verde. Sul fronte delle materie prime invece c’è da registrare da un lato una vera e propria impennata dell’oro, che arriva a guadagnare più di 16 punti percentuali, vicino ai 900 euro per oncia, sulla scia della debolezza del dollaro e sulle prospettive di recesione sempre più lunga. Il metallo prezioso, infatti, ormai sembra diventato l’ultimo baluardo contro questa crisi e come il petrolio ha una inversa correlazione con l’andamento della divisa statunitense. In recupero perciò sono anche le quotazioni del greggio, che hanno superato i 44 dollari al barile. Ma sulle valutazione del greggio pesano le attese sulla domanda che sembra debole come ha affermato l’ad di Eni Paolo Scaroni
Effettivamente il 2008 sarà un anno di flessione sul 2007 per la riduzione del consumo in America e Europa. È palese che quando il petrolio supera una certa soglia il consumatore modifica le sue abitudini
ha detto Scaroni, aggiungendo che quando il prezzo del greggio ha superato i 100 dollari negli Stati Uniti i consumi si sono ridotti di 1 milione di barili al giorno con un calo superiore al 5%.