Potrebbero esservi nuove possibilità di accordo tra Atlantia e Cdp in merito ad Autostrade. E’ stata l’agenzia Bloomberg a dare la notizia secondo la quale la famiglia Benetton sarebbe impegnata con il Governo per trovare una soluzione che potrebbe svolgersi in due tappe.
Un percorso che prevede lo stesso obiettivo del tentativo precedente ovvero che Edizione, attraverso la sua controllata (al 30%) Atlantia, si sganci da Aspi, titolare della concessione su Autostrade, e che Aspi trovi una collocazione diversa con l’ingresso, al suo interno, di una quota importante di Cdp. Sembra complesso, è vero, ma si tratta di una delle soluzioni possibili delle quali si discuterà nel Cda della holding Benetton odierno, mentre il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ne riferirà in Parlamento e si raccoglieranno i frutti dell’incontro avvenuto tra i ceo Fabrizio Palermo di Cdp e Carlo Bertazzo di Atlantia.
Secondo ricostruzioni eseguite sulla base di indiscrezioni stampa, il percorso suddetto per far uscire Aspi da Autostrade prevederebbe che una quota pari al 70% di Aspi venga scorporata da Atlantia. La nuova società che verrebbe quotata, affronterebbe poi un aumento di capitale da sei miliardi, legato all’ingresso di Cdp e di altri investitori all’interno della compagine azionaria. Quattro di questi sei miliardi verrebbero usati per pagare una parte di debito di Autostrade e il resto per comprare il rimanente 18% che Atlantia dopo la procedura possederebbe ancora.
Tutto ciò comporta una valutazione iniziale di Aspi pari a 11 miliardi di euro e l’intero processo dovrebbe concludersi nella primavera del 2012.
Un confronto serrato per una buona soluzione
Ovviamente il confronto tra le parti va avanti, ma essendo coinvolti due “big” come Cassa Depositi e Prestiti e Atlantia, è intuibile che di difficoltà lungo il cammino se ne potrebbero incontrare. Fabrizio Palermo di Cdp ha confermato come non si tratti affatto di “una trattativa semplice” ma anche sottolineato che ci si sta avvicinando alla soluzione con l’auspicio che l’accordo “vada in porto in tempi stretti“.
La speranza è che nonostante la necessità di tempo e di confronto possa avvenire qualcosa in grado di sbloccare il dossier, da entrambe le parti. Il desiderio palese di Atlantia rimane come espresso ad agosto quello di proseguire su un “doppia strada” che darebbe comunque modo a Cassa Depositi e Prestiti di entrare in Aspi. La prima è la vendita dell’88% di Aspi con asta competitiva, la seconda è la scissione proporzionale di Aspi da Atlantia e la conseguente quotazione in Borsa.
Di certo settembre rappresenterà un tal senso un mese cruciale.