La Fed fa quello che ci si aspettava da lei: tentare di sostenere gli Stati Uniti in un momento di difficoltà. E lo fa intraprendendo una politica molto simile a quella dell’Unione Europea, mantenendo i tassi bassi e accompagnando il tutto da una impostazione espansiva (in gergo dovish) della sua politica monetaria.
Tassi bassi e strategia anti covid
Oltre a lasciare i tassi invariati nel range compreso tra lo zero e lo 0,25%, la Federal Reserve americana ha promesso anche che continuerà ad acquistare ogni mese 120 miliardi di dollari di treasuries e titoli garantiti dai mutui, favorendo così il mantenimento a un livello basso dei tassi di più lungo termine. Una strategia anti-covid ben precisa, dal punto di vista finanziario, caratterizzata tra le altre cose da una forte immissione di liquidità nei mercati finanziari.
Jerome Powell è stato chiaro: la Fed non ha intenzione per i prossimi anni, di alzare nuovamente i tassi sui Fed funds. Secondo gli analisti di ING dovrebbero rimanere a questi livelli fino al 2024. Si legge infatti nel documento che raccoglie le proiezioni dei singoli esponenti della banca centrale americana che “il valore mediano previsto dei tassi sui fed funds rimane nel range attuale compreso tra lo zero e lo 0,25% per l’intero anno 2023, con un solo membro su 17 che prevede un rialzo dei tassi prima della fine del 2022 e appena quattro che stimano una mossa durante il 2023“.
Una stima più che accurata in teoria.
Fed allineata con idea Donald Trump
Può questa mossa della Fed dare una spinta alla rielezione alla presidenza di Donald Trump? Questo dipende da quale sarà la risposta della cittadinanza. E’ importante ricordare che Jerome Powell, prima di cedere definitivamente alle pressioni per i tassi bassi in concomitanza con l’inizio della pandemia di Coronavirus, non condivideva la visione finanziaria del presidente americano e che la loro contrapposizione ha tenuto per molto tempo banco nel settore.
La vera svolta di Powell vi è stata nel momento in cui ha dichiarato lo scorso agosto l’adozione dell’AIT (average inflation targeting): una strategia che ha modificato l’obiettivo del 2% della Fed da target di inflazione da raggiungere, a quello della media dell’inflazione da raggiungere. E che permette quindi alla Fed di tenere i tassi dei Fed fund bassi. Ha confermato nel suo ultimo intervento:
Riguardo ai tassi di interesse, segnaliamo ora che stimiamo appropriato lasciare quelli sui fed funds nel range tra lo zero e lo 0,25%, fino a quando le condizioni del mercato del lavoro non avranno raggiunto livelli coerenti con il riconoscimento, da parte della Commissione, della massima occupazione, e fino a quando l’inflazione non sarà salita al 2%, apprestandosi a superare in modo moderato la soglia del 2% per un qualche periodo di tempo.
Chissà cosa succederà dopo le elezioni di novembre.