Atlantia sarebbe pronta ad accettare la proposta di Cassa Depositi e Prestiti per Autostrade, anche se senza troppo entusiasmo: lo racconta il fatto che abbia deciso di portare l’offerta sul tavolo dell’Assemblea dei soci prevista per fine maggio. Un percorso, quello della proposta, costellato da molti alti e bassi.
Esame offerta Cdp previsto per fine maggio
Il Consiglio di amministrazione di Atlantia ha spiegato, attraverso una nota, di aver convocato l’incontro per il prossimo 31 maggio al fine di condurre “l’esame dell’offerta vincolante per l’acquisto dell’intera partecipazione dell’88,06% del capitale detenuta da Atlantia in Aspi presentata dal consorzio formato da Cdp, Blackstone e Macquarie”. L’impressione che si ha è quella che la controllata dei Benetton voglia in qualche modo chiudere la vicenda senza perdere troppo tempo e rischiare ulteriori sanzioni legate alle cause nelle quali è coinvolta.
Va detto che se la nota resa disponibile alla stampa ha condensato il suo messaggio in circa tre pagine, non è così breve la relazione che il cda ha preparato per i soci dell’azienda, chiamati a decidere il da farsi. Atlantia ha spiegato nel documento perché ha deciso di accettare la proposta di Cassa Depositi e Prestiti e quindi del Governo: non bisogna infatti dimenticare che Cdp è partecipata per l’80% del suo capitale dal Ministero dell’Economia.
Cosa è cambiato tra Cdp e Atlantia
È successo qualcosa in particolare che abbia portato Atlantia a cambiare idea rispetto al passato? Non proprio, dato che l’offerta di Cassa Depositi e Prestiti è sempre rimasta più o meno la stessa: il prezzo per il 100% di ASPI è fermo a 9,1 miliardi come scorso febbraio. Sono state però modificate alcune clausole come a riduzione del limite massimo (da 1,51 miliardi a 871 milioni) degli indennizzi richiesti a fronte di alcuni contenziosi e il riconoscimento di commissioni che, ipotizzando che l’operazione si chiuda tra la fine del 2021 e marzo 2022. Non solo: tra le clausole dell’accordo appare quella per cui il corrispettivo potrebbe essere aggiustato al rialzo in relazione “al possibile recupero delle perdite di ricavi a causa della riduzione di traffico derivante dalla pandemia” e i ristori “espressamente previsti nel nuovo Piano economico finanziario (Pef) e da attribuire all’intero settore autostradale”.
Insomma la ragione per la quale il consiglio di amministrazione di Atlantia avrebbe ceduto all’offerta di Cassa Depositi e Prestiti sarebbe la mancanza di alternative migliori a quella proposta dalla controllata del Ministero dell’Economia. Gli scenari alternativi, è stato sottolineato dal cda, non consentivano di scegliere altre soluzioni, soprattutto in virtù del fatto che i contenziosi in atto, prima di una risoluzione, impegnerebbero troppo tempo aggiungere a conclusione lasciando Aspi e Atlantia esposte inutilmente.