E’ il premier Mario Draghi a dover scegliere ora quello che sarà il futuro di Alitalia: dovrà farlo selezionando una delle due bozze che hanno raggiunto il suo tavolo e che dovrà essere inviata alla Commissione Europea per dare via alle operazioni di autorizzazione.
Partire con Ita il prima possibile
La necessità è quella di far decollare il prima possibile Italia Trasporto Aereo (Ita) e in molti si aspettano un deciso passo in avanti a breve da Palazzo Chigi. Non si sa praticamente nulla del contenuto delle due differenti opzioni, tranne che siano relative al piano industriale da presentare in Europa, ma, da quel che si è capito dalle indiscrezioni riportate dal Corriere della Sera, in entrambi i casi sarebbe contenuta la necessità di fare dei sacrifici.
Il problema consta principalmente nel fatto che i tempi a disposizione di Alitalia per lanciare definitivamente Ita sono ormai agli sgoccioli e per riuscire a rendere la ripartenza un guadagno, il via libera dall’Antitrust Europeo deve arrivare entro metà maggio: solo in questo modo sarà possibile intercettare le prenotazioni estive di tutti coloro che intendono, grazie anche alla campagna vaccinale in corso, prendere un aereo e spostarsi verso mete di vacanza. Si tratta di un fattore importante del quale tenere conto, sebbene la maggior parte delle persone tenda a prenotare soprattutto a ridosso del proprio viaggio, a causa delle diverse variabili che lo spostarsi sottintende in questo particolare momento storico. Prima Ita parte, minore sarà la concorrenza da parte delle compagnie low cost.
Scelte difficili ma necessarie
Da quel che si è appreso da fonti istituzionali, le due bozze relative al piano industriale di Ita non sarebbero molto diverse tra di loro, sebbene sia in atto il tentativo di soddisfare le richieste europee lavorando su diverse configurazioni degli asset: un esempio è l’abbandono del programma di fedeltà Millemiglia per tenere il settore handling del vettore. Sono molte altre le possibilità prese in considerazione all’interno delle due bozze: nel momento in cui il premier Draghi deciderà per quale optare, la documentazione verrà inviata a Bruxelles per dare vita alla fase di negoziazione mentre la newco continuerà con gli accessi alla data room.
Bruxelles al momento sembra mantenere l’atteggiamento di sufficienza mostrato nelle settimane passate, mentre impegnato nell’attesa che l’Italia facesse la sua mossa relativa al piano industriale. Un piccolo richiamo è giunto per le tre settimane di silenzio da parte del Governo italiano. La speranza è che si possa trovare una quadra al più presto una volta arrivato il dossier selezionato in mano alle autorità europee.