A quanto pare Banca Carige interessa molto a Banca Bper: è stata resa nota infatti la disponibilità dell’istituto emiliano a discutere con il Fondo interbancario di tutela dei depositi per trovare un possibile accordo che soddisfi entrambe le parti per raggiungere la tanto sperata acquisizione.
Pronti a rivedere l’offerta per renderla appetibile
Non è sbagliato definire tale approccio un tendere la mano di Bper a Fidt per trovare una soluzione che consenta di progredire verso una acquisizione importante, con condizioni eque però secondo entrambi gli interlocutori. Ieri sera come riportato da Milano Finanza, il gruppo si è rifatto vivo dopo aver incassato il primo no dal Fondo interbancario che lo scorso 16 dicembre ha rispedito con gentilezza al mittente l’offerta non vincolante proposta dalla banca emiliana per via di alcune incompatibilità della stessa con lo statuto approvato all’inizio del 2021.
In particolare la criticità ha riguardato la richiesta di ricapitalizzazione, oggettivamente eccessiva in base a ciò che prevede lo statuto: come già sottolineato però, questa battuta di arresto non ha fermato Bper, il cui interesse è apparso essere ancora molto alto. Attraverso un comunicato il cda della banca ha infatti sottolineato:
Bper ha ribadito al Fitd la propria disponibilità a fornire i chiarimenti richiesti e ad effettuare gli approfondimenti ritenuti necessari, oltreché a verificare congiuntamente le ipotesi alla base dell’offerta; il tutto nel contesto di un adeguato regime di esclusiva. L’offerta avrebbe consentito di risolvere in modo definitivo le problematiche di Carige, a tutela della clientela, dei suoi azionisti di minoranza nonché di tutti gli altri stakeholders.
Un accordo che converrebbe a tutti
Se si analizza quella che è l’attuale condizione sia di Carige che di Bper è possibile notare come un proseguimento delle trattative potrebbe portare vantaggi a entrambe le parti e non solo perché sono stati diversi i nomi del settore bancario a sottolineare come un intervento risolutivo nei confronti dell’istituto genovese sarebbe auspicabile ma anche perché una fumata bianca, sempre secondo Milano Finanza, sarebbe arrivata anche dalle autorità di Vigilanza .
Anche a Bper, tra le altre cose, converrebbe trattare. Acquisire capitale e diventare azionista di maggioranza potrebbe dare modo alla banca emiliana di fare un vero passo in avanti nel progetto che la vede interessata alla nascita quel terzo polo bancario sul quale investire. Come fanno notare diversi analisti tra cui in particolare quelli di Equita, per raggiungere il proprio scopo e andare incontro alle richieste del Fitd, Bper dovrebbe abbassare le proprie richieste iniziali, portando la richiesta di contributo del fondo ad almeno 650-700 milioni.