Tim firma un accordo con Cdp Equity, facendo ancora un passo in avanti per quel che concerne la creazione di una rete unica in Italia per le telecomunicazioni. La notizia è stata data direttamente dall’azienda su richiesta della Consob.
Accordo tra Tim e Cdp importante
L’ex monopolista italiana ha condiviso di aver firmato un accordo di riservatezza con Cdp Equity al fine di dare il via a interlocuzioni di tipo preliminare per l’integrazione della sua rete con quella di Open Fiber. Va ricordato che Cassa Depositi e Prestiti, oltre che ad avere una partecipazione in Tim pari al 10% possiede anche una quota del 60% della suddetta rete. Quello che si vorrebbe fare è stipulare un protocollo d’intesa, “indicativamente entro il 30 aprile” per stabilire i parametri di valutazione e i principali criteri del progetto, oltre che la struttura, il perimetro e gli obiettivi. Qualcosa che non dovrebbe rendere necessario aggiudicarsi le nuove gare relative alle cosiddette“aree grigie” per quel che concerne il piano Italia a 1 Giga, finanziato con 3,8 miliardi a valere sul PNRR.
In questo momento si è in attesa anche della risposta di KKR per quel che concerne la missiva di risposta di Tim al fondo americano, dopo che lo scorso 24 marzo questo aveva confermato il suo interesse all’acquisizione della società. Secondo alcune indiscrezioni stampa, l’azienda di telecomunicazioni si sarebbe mostrata possibilista nei confronti della domanda di due diligence ma solo se accompagnata da una offerta vincolante.
Prezzo offerta KKR sempre lo stesso?
E’ palese che debba essere fatta chiarezza sul prezzo dell’offerta di KKR di novembre dove si indicava un prezzo di 0,505 euro per titolo, riconoscendo al mercato un premio del 60 per cento: particolare però che non è stato menzionato nell’ultima comunicazione. Da ambienti vicini sembra che gli statunitensi non siano propriamente interessati a mantenere lo stesso prezzo di offerta sia per via del cambio di prospettiva sulle previsioni dell’anno in corso a causa del downgrade ricevuto da Tim sia per via dell’attacco dei russi contro l’Ucraina e le conseguenze finanziarie a esso collegate.
Per quel che concerne l’integrazione tra la rete di Open Fiber e quella di Tim, KKR si è detto disponibile a supportarla nel caso fosse capace di creare valore per gli azionisti della ex monopolista. Per quel che concerne la rete unica è importante sottolineare che il percorso che porta al suo raggiungimento è di certo meno impervio di un paio di anni fa, non esistendo più le problematiche che nel 2020 hanno bloccato la firma del memorandum nel mese di agosto.
Ai tempi Tim non era intenzionata a scendere sotto la maggioranza della futura società della rete, condizione non presente nemmeno nel nuovo piano industriale dell’amministratore delegato Pietro Labriola.