La BCE potrebbe alzare ulteriormente i tassi di interesse. O meglio: siamo sicuri che avverrà un rialzo. Quello che ci chiediamo è cosa deciderà di fare dopo?
BCE intenzionata a mantenere politica monetaria attuale
E la domanda è lecita, a prescindere dal fatto che con questo rialzo dei tassi di interesse già previsto la BCE porterà il costo del denaro al 4,25%. Il problema reale consta nel fatto che l’attuale situazione economica e lo stato dell’inflazione richiederebbero un ulteriore rialzo. Ma la sopravvivenza per imprese e cittadini sta diventando quasi insostenibile. Soprattutto in un paese come l’Italia dal forte indebitamento. La popolazione combatte con una capacità di spesa più che dimezzata e con dei prezzi altissimi dei beni anche di prima necessità.
La mancanza di un intervento governativo a bloccare le speculazioni in ogni settore sta portando gli italiani semplicemente a spendere di più senza poterselo concedere. Questa è una delle ragioni per le quali un eventuale nuovo rialzo dei tassi di interesse da parte della BCE spaventa un po’ tutti.
Allo stesso tempo però bisogna tenere conto del fatto che per abbassare l’inflazione una politica monetaria restrittiva è quello che ci vuole. Negli Stati Uniti, forse complice un approccio differente sia da parte della banca centrale che da parte del Governo, ha portato al calo dell’inflazione fino al raggiungimento del 3%. Una cifra differente dal 5% circa italiano ed europeo.
La BCE, dal canto suo, sta cercando di muoversi momento per momento in base ai dati. Ma se questi racconteranno della necessità di un’ulteriore stretta, difficilmente la banca centrale europea potrà esimersi dall’agire. Potrebbe senza dubbio allertare gli Stati nell’applicazione di politiche capaci di mettere un freno al rialzo dei prezzi e alle speculazioni.
Cosa ci aspetta per il futuro?
Quel che appare evidente al momento è che nella prossima riunione la BCE potrà decidere di alzare nuovamente il costo del denaro. Dei consumatori non potranno fare niente per impedirne le conseguenze sui loro portafogli.
Sebbene le aspettative di inflazione sembrano essere sotto controllo questo indicatore non può essere usato come punto di riferimento per le banche dato che una forte influenza è causata dalla competizione tra profitti e salari.
L’euro è salito, ma sebbene sia un buon segnale non è ancora abbastanza dato che il suo peso per quel che concerne le condizioni finanziarie non è determinante. E nel nostro paese siamo passati dalla verità tassi più bassi per crisi a quelli più alti in questo momento. Con tutto ciò che ne consegue.
Si dice che i salari in Europa stiano crescendo. In Italia la retribuzione rimane sempre la stessa ed è tra le più basse complice la mancanza di adeguamenti negli ultimi 20 anni. Cosa devono fare gli italiani?