Standard and Poor’s conferma il rating BBB dell’Italia con Outlook stabile. L’agenzia è rimasta sullo stesso percorso iniziato lo scorso autunno.
Le ragioni della decisione di Standard and Poor’s
Va sottolineato che nessuno si aspettava qualcosa di differente in merito al debito italiano. Confermando venerdì la tripla B Standard and Poor’s ha deciso in qualche modo di dare fiducia all’Italia. E la ragione sta, nonostante la risalita del debito, nella capacità di mantenere più o meno stabile la prospettiva di crescita. Ma andiamo con ordine. Standard and poor’s è cosciente della risalita del debito italiano che avverrà nei prossimi due anni. Ma è pur vero che usciamo da tre anni nei quali lo stesso è sceso sensibilmente anche grazie all’ex governo Draghi.
Dare fiducia è stata una scelta più che comprensibile. Dal 2027 si dovrebbe riuscire a scendere ancora di più. Con i dati attuali quindi è possibile al momento prevedere perlomeno una stabilità da parte del nostro paese. E per tale ragione si e probabilmente chiuso un occhio sulla crescita del deficit pil/debito.
Come abbiamo già sottolineato Standard and Poor’s sicuramente ha basato la sua decisione sulle prospettive di crescita. Quest’ultima non è eccessiva ma sta rimanendo stabile intorno all’1% e può contare sulla spinta del PNRR.
Insomma, la situazione potrebbe essere peggiore ma non essendolo consente all’agenzia di rating, al momento, di poter confermare quella che è stata la sua decisione dell’autunno del 2023.
A settembre il vero banco di prova
Detto ciò è importante comprendere che non è detto che le altre agenzie ragionino allo stesso modo o che la stessa Standard and Poor’s la prossima volta confermi la sua decisione. Non dobbiamo dimenticare che al momento l’Italia ha a che fare con diverse problematiche. La più grande forse quella del Def che in fin dei conti non ha portato nessun nuovo cambiamento di politica economica.
Si rischia di arrivare a settembre, davanti alla Commissione Europea, in una condizione se non imbarazzante, decisamente difficile questo perché l’Esecutivo dovrà concordare con la Commissione il piano di rientro del debito su 7 anni, come previsto dal patto di stabilità. E sarà quello il momento dove, per forza di cose, il Governo in quel momento presente dovrà scontrarsi con l’impossibilità di rimandare o non fare. Bisognerà mantenere alta la crescita per tenere basso il debito pubblico.
E non siamo sicuri che le agenzie di rating, Standard and Poor’s compresa, saranno capaci di essere comprensive. Anche Moody’s che al momento presenta forse il rating più alto per quel che riguarda il nostro paese. Non ci resta che attendere.