Expo 2015: i progetti per Milano, ma ricordate Italia ’90?

Expo 2015, l’euforia del momento è passata, ora si comincia a guardare al concreto. Quindi via ai progetti e alle idee da sviluppare: Letizia Moratti propone un centro per lo sviluppo sostenibile come simbolo della manifestazione, abbandonando la storica torre. Quindi non un infrastruttura ma un centro di ricerca. Sette anni per mettere in piedi tutto quanto, sembrano tanti ma l’Italia deve continuare a lavorare come ha fatto durante la candidatura, perchè una manifestazione di questo tipo non è a priori un beneficio per il nostro paese; dovrà essere pianificata attentamente, perchè può essere un’opportunità ma deve essere sfruttata bene.

Quindi via ai progetti, che dovranno essere presentati e approvati entro il 2010 ed i lavori conclusi entro il 2014. Quindi abbiamo detto che ci sarà un centro per la cooperazione internazionale e lo sviluppo sostenibile, ci sarà anche una torre nella zona nord ovest della città per restare comunque fedeli alla tradizione; sarà inoltre confermato il progetto CityLife, ovvero il piano di riqualificazione del quartiere storico della fiera, con lo sviluppo di un nuovo polo urbano.

Il Comune vuole tenere informati i cittadini ed anche i turisti in visita alla città lombarda sullo sviluppo dei lavori, per cui ha dichiarato di voler installare in una piazza del centro un plastico di 400 metri quadrati da aggiornare ogni volta che sarà conclusa la costruzione di una nuova infrastruttura.


Si prevede in salita il prezzo delle case a Milano, e anche questo fa parte dell’effetto Expo: +10% nel centro storico, +7% in città, +5% in provincia. Queste sono le previsioni ma il tutto sarà legato allo sviluppo delle infrastrutture e al miglioramento, e ci sarà, della qualità della vita. Molta attenzione quindi alla mobilità, in particolare l’autostrada Pedemontana, la Brebemi (Brescia-Bergamo-Milano) ed il raddoppio delle rete metropolitana.

Ma non solo viabilità; molti i progetti rivolti ad ingrandire e rivalutare gli spazi espositivi: c’è ad esempio il progetto Porta Nuova, 2 miliardi e mezzo di investimento per le aree di Garibaldi, Varesine e Isola. Molti dei progetti infatti sono già avviati e fanno parte di un piano di riqualificazione della città indipendente dall’Expo.

C’è anche chi guarda alla corsa al costruire con perplessità e con il dubbio che questa sarà l’ennesima occasione per rendere Milano meno verde e più grigia cemento. E c’è chi risponde assicurando che l’Expo sarà un’opportunità per rendere Milano migliore anche dal punto di vista residenziale e del verde. Mi auguro solo che l’Italia non finisca per dare il via a speculazioni edilizie ed inutili sprechi, con il solo scopo di distribuire appalti a destra e manca: vi dice niente Italia ’90?

2 commenti su “Expo 2015: i progetti per Milano, ma ricordate Italia ’90?”

  1. Segnalo la discussione “Milano Expo 2015: Cittadini condannati alla protesta o coinvolti nelle proposte?” ( http://www.partecipami.it/?q=node/4297 ) avviata il 2 aprile nel “Forum permanente sulla città” di partecipaMi con questo post:
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    Prima di Pasqua leggevo questo ( http://tinyurl.com/yt8mkf ) articolo del Corriere della Sera sull’Expo.
    E condivido con l’autore che questo Expo porterà dei cambiamenti giganti nella città (a livello di strutture, a livello economico, a livello sociale, ecc). Ma Garzonio dice anche: “E v’è da creare una cultura dello sviluppo che, senza demonizzare mercato e produttività, metta al centro l’ uomo e la vivibilità”. E su questi temi si sono focalizzati numerosi commenti post “vittoria”.

    Viene da chiedermi: l’evento Expo non potrebbe essere un momento per ripensare la sostenibilità della città?
    E ancora: dove, a che livello, e in che modo è sostenibile coinvolgere i cittadini nelle scelte di questo Expo? sostenibile per la città, per i cittadini, ma soprattutto per i suoi rappresentanti.

    — fiorella
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