La Securities and Exchange Commission statunitense ha aperto una nuova indagine riguardante Pequot Capital Management Inc., l’hedge fund guidata da Arthur Samberg: infatti, nel 2001 la società era finita sotto inchiesta per aver tratto profitto in maniera illegale da alcune informazioni della Microsoft intercettate telefonicamente. L’inchiesta ha portato alla luce del sole alcuni documenti, i quali mostrano inequivocabilmente come un ex dipendente della Microsoft, David Zilkha, possa aver ottenuto delle informazioni riservate relative alla società informatica statunitense: lo stesso Zilkha aveva lasciato proprio nel 2001 la Microsoft per cominciare un nuovo lavoro alla Pequot. I documenti sono stati scoperti in un hard drive della ex moglie di Zilkha, ma non è stato possibile determinare se gli investigatori siano riusciti ad ascoltare le registrazioni o se i documenti abbiano giocato un ruolo determinante nell’inchiesta.
Già nel 2006 la SEC aveva chiuso un’indagine preliminare, la quale aveva messo in luce le comunicazioni tra Samberg e Zilkha, in un periodo in cui la società faceva affidamento sulle garanzie finanziarie della Microsoft, portando ad un guadagno di almeno 2,1 milioni di dollari tra aprile e maggio 2001. Jonathan Gasthalter, uno dei portavoce di Samberg, si è così espresso al riguardo:
Forniremo la nostra più completa cooperazione riguardo a qualsiasi richiesta di informazione, ma siamo fiduciosi sul fatto che verrà riconosciuta la correttezza dei comportamenti di Samberg con Microsoft.
L’avvocato divorzista di Zilkha, Norman Pattis di Bethany (Connecticut), ha preferito non rilasciare alcuna dichiarazione in proposito. Lo scorso anno la SEC è stata messa sotto pressione dai legislatori statunitensi, a causa della mancata individuazione dello schema di Ponzi attuato da Bernard Madoff e per le ripetute sviste nei casi Lehman Brothers Holdings Inc. e Bear Stearns Cos., le due banche di investimento che si sono viste costrette a dichiarare bancarotta: per il 2009 è prevista una revisione del ruolo della commissione statunitense, anche in vista di un inasprimento della crisi finanziaria.