Stretta nella morsa della crisi economica l’Italia non ha ancora ben chiara l’entità dei danni che ha subito ma soprattutto che subirà. C’è chi, come il governatore di Bankitalia Mario Draghi, vede nero e prevede una forte recessione e un rapido rallentamento dell’economia italiana e chi, invece, tende a minimizzare la situazione ridimensionando l’impatto della crisi sul nostro Paese. E’ il caso del ministro dell’Economia, Giulio Tremonti, che, in occasione della presentazione della rivista Limes, ha dichiarato che anche l’Italia sta attraversando un periodo negativo per l’economia ma che il Paese non è al collasso. Secondo il ministro Tremonti, infatti, l’Italia uscirà dalla crisi meglio di tanti altri Paesi in quanto, nonostante un elevato debito pubblico, il nostro Paese ha una velocità di crescita del disavanzo inferiore a quella di altri paesi, come Francia e Germania e un avanzo leggermente positivo contro quelli negativi degli altri paesi.
Il principale problema con cui l’Italia deve fare i conti è, secondo Tremonti, il fatto che essa è un “Paese duale“, diviso in un Nord più ricco e sviluppato e un Sud più povero e complicato.
Il Mezzogiorno -spiega Tremonti– è oggettivamente un problema civile e politico che dobbiamo fare oggetto di considerazione. E’ fondamentalmente un problema civile non è affatto antropologico. Per risolverlo verrà in aiuto il federalismo fiscale che – prosegue Tremonti – è un modo per unire, non per dividere, per farci progredire non arretrare. Il federalismo è basato sul principio “no taxation without representation” e configura diritti uguali a costi uguali, non tripli.
Intanto, a sostegno delle dichiarazioni del ministro Tremonti, il Fondo monetario Internazionale ha confermato che il declino economico si fermerà presto e che l’economia mondiale inizierà una lenta ripresa già dal prossimo anno. Nel dettaglio, il Fmi ha stimato per il 2010 un’accelerazione della crescita economica tra l’1 e il 2%.