E’ critica la situazione “salari” in Italia. Lo rende noto il quarto rapporto Ires-Cgil dal quale emerge che nel nostro Paese i salari, nonostante il forte aumento dei prezzi registrato negli ultimi anni, sono fermi da 15 anni. Dal 1993, secondo l’Ires-Cgil, i salari, infatti, hanno registrato una crescita pari a zero. In base ai dati resi noti dalla Cgil, l’attuale retribuzione di fatto lorda media annua, pari a circa 26.654 euro, ha poco più dello stesso valore del 1993, quando era circa 16.717 euro a prezzi correnti, ossia quasi 32 milioni di lire.
Inoltre, dal rapporto Ires-Cgil “Salari, produttività, distribuzione dei redditi” emerge che è crollato il potere di acquisto dei lavoratori italiani che in 15 anni hanno perso 6.738 euro a testa a vantaggio del fisco. Questo perchè dal 1993 al 2008 le retribuzioni nette, cresciute del 43,3% per il lavoratore single e del 44,0% per il lavoratore con famiglia, sono aumentate meno delle lorde (+47,5%), facendo guadagnare allo Stato 112 miliardo di euro. Per far fronte a questa situazione la Cgil ha lanciato al governo una serie di proposte tra le quali ci sono l’erogazione di 100 euro medi di aumento mensili in busta paga e l’aumento delle detrazioni fiscali per i pensionati, i lavoratori dipendenti e i collaboratori.
Pur essendo necessario un intervento fiscale a sostegno dei redditi netti da lavoro dipendente e da pensione -sil legge nel rapporto Ires– la Cgil mette al centro la
difesa dei posti di lavoro, proponendo l’impegno a non effettuare licenziamenti nel biennio 2009-2010 e di estendere e migliorare gli ammortizzatori sociali (Proposta Cgil 18 marzo 2009 Interventi a sostegno dell’apparato produttivo, dell’occupazione e al reddito), a partire dal passaggio da 52 a 104 settimane l’utilizzo della CIG ordinaria, dai contratti di solidarietà, dal sostegno al reddito dei precari e dal sostegno agli investimenti e all’innovazione delle imprese, soprattutto nel Mezzogiorno. Da gennaio 2010 -contina la Cgil– chiediamo che il governo restituisca 100 euro medi mensili in busta paga, aumentando le detrazioni per lavoratori dipendenti, pensionati e collaboratori.