Secondo quelle che sono le prime indiscrezioni giunte dall’advisor Intesa il piano per salvare Alitalia starebbe prendendo forma. 5-6.000 esuberi, forte aumento delle rotte interne, magari con l’incorporazione di Air one, e riposizionamento su Malpensa. Insomma Corrado Passera, ad di Intesa, sembra non voler andare tanto per il sottile, e d’altra parte la situazione della compagnia di bandiera appare davvero sempre più disperata.
Quindi esuberi, taglio delle rotte poco redditizie per puntare invece su quelle domestiche, dove la percentuale di Alitalia ferma ormai al 40%, cifra assolutamente irrisoria se comparata al 80-90% di British ed Air France sui rispettivi mercati interni. E questo sembra non possa prescindere da un riposizionamento della compagnia su Malpensa, determinando l’ennesima capriola sul destino di quello che doveva essere il grande hub del nord. Ed ecco che così rientrerebbe nella partita, come era ampiamente prevedibile, Airone di quel Carlo Toto, estromesso dal vecchio piano del governo Prodi. L’imprenditore marchigiano, infatti, entrerebbe nell’affare senza dovere sganciare una lira ma solo portando gli asset della sua compagnia in Alitalia.
Gli altri soci saranno invece imprenditori che diversificheranno rispetto al loro business, che apporteranno la loro immagine e che tutti insieme tireranno fuori una cifra tra i 700 e gli 800 milioni di euro ma ai quali sarà garantito un investimento remunerativo (rendendo cosi reale la famosa cordata di cui tanto parlò Berlusconi). Queste dovrebbero perciò essere le basi su cui partire, ma le incognite restano tante: come reagirà il sindacato alla politica di esuberi? quale sarà il ruolo di Toto e quello degli altri imprenditori? quale quello di Intesa, se come sembra dovrebbe entrare anch’esso nel capitale? e infine lo spettro del prezzo del petrolio, che se salisse ancora come sembra dovrebbe giocoforza prevedere nuovi esborsi di denaro. Non resta che aspettare qualche settimana per capire se questa potrà essere la volta buona, ben consapevoli che ormai si è all’ultima chiamata, per restare in tema, prima della partenza verso il fallimento.