Nonostante l’attenzione sia stata distolta dall’ex compagnia di bandiera, la crisi di Alitalia è ancora seria e reale. Ottobre sarebbe dovuto essere il mese delle decisioni finali. In attesa della “carta vincente” del Governo che era stata “annunciata”, i lavoratori sono pronti a scioperare.
I maggiori sindacati, riunitisi nella Fnta (Federazione Nazionale del trasporto aereo, N.d.R.) sono decisi e non intendono fare passi indietro: vi è bisogno di un segnale forte e chiaro sul futuro di Alitalia, in modo tale che tutti coloro che vi lavorano possano sapere quale sia il futuro che si prospetta. Il 31 ottobre infatti scadono sia la cassa integrazione che le procedure di vendita. Spiegano i rappresentanti della neonata associazione:
È una situazione pericolosissima e preoccupante e ancora non sappiamo a quali soluzioni stia pensando il Governo. Alitalia è stata gestita con buon senso dai commissari, mantenendo un clima cordiale, ma questo non basta. Per quanto i risultati estivi siano stati positivi, comunque chiuderà l’anno con perdite intorno ai 500 milioni. La situazione è tale che, confrontando questi numeri con la cassa disponibile, circa 700 milioni, a gennaio è tutto finito e i soldi non ci saranno più. Il governo deve produrre delle soluzioni in tempi molto rapidi, siamo già fuori tempo massimo.
Insomma, sul piatto della bilancia vi è molto ed al momento sembra tutto lasciato al caso. L’idea della nazionalizzazione è gradita ai sindacati: il problema consta nel fatto che i tempi utili stiano per scadere senza che qualcuno si stia attivamente muovendo per salvare i posti di lavoro di Alitalia.