Pre-intesa e referendum per Alitalia: è questo in poche parole l’accordo raggiunto in nottata con i sindacati nel punto temporale limite per trovare una soluzione. Ma alla fine dei conti cosa si è ottenuto? Scopriamolo insieme.
L’obiettivo dell’azienda è quello di riportare i conti in equilibrio, tentando di non rende vani né i 10 miliardi di soldi pubblici bruciati né i 3 miliardi di perdite archiviate dalle compagnia negli ultimi 10 anni. Il pre-accordo raggiunto prevede che a perdere il lavoro saranno 980 (tra cui quelli di terra) ai quali sarà garantita cassa integrazione straordinaria per due anni, più 140 tagli nelle sedi estere e lo stop ai rinnovi dei contratti a termine. Non si tratta degli oltre 2000 esuberi “promessi” ma si arriva ad un buon 1700 circa. Inoltre verrà eseguito un taglio medio dell’8% alla retribuzione del personale navigante. Meno assistenti di volo sul lungo raggio, più compiti per l’equipaggio e nuovi assunti con contratto Cityliner, molto più economico del precedente. Non solo: verranno ridotti i turni di riposo e gli scatti di anzianità diverranno triennali.
Importante: il referendum sarà vincolante: se i lavoratori daranno l’ok partirà l’accordo e i soci metteranno liquidità. In caso non dovesse passare, non ci saranno soldi e l’azienda passerà sotto amministrazione controllata per poi essere venduta al migliore offerente con ridimensionamenti che rischiano di essere ancor peggiori. Saranno in grado i lavoratori di fare la scelta giusta? C’è da sperarlo per loro e non solo per una questione di mantenimento della compagnia di bandiera, ma per evitare che tante famiglie rimangano senza sostentamento.