Commissariamento a Pasqua per Alitalia? E’ questo il rischio che si sta profilando per la compagnia aerea di linea. Ciclicamente l’azienda si ritrova in perdita, causando ad investitori e popolazione dei veri e propri terremoti “economici”.
E’ inutile girarci intorno: in caso i privati che la stanno sostenendo dovessero non essere più in grado di farlo, la linea diventerebbe un problema del Governo e quindi dei cittadini. Ed in una situazione economica precaria come quella italiana, forse la cosa migliore che si potrebbe fare davvero, per una volta, è quella di farla fallire Alitalia. Una volta per tutte tentando di ammortizzare le conseguenze per i lavoratori. I tempi sono molto stretti e se la compagnia deve essere salvata, tale azione deve avvenire in fretta: si tratta del terzo tracollo per l’azienda in 10 anni.
Dati alla mano le linee di credito aperte dagli azionisti a fine dicembre daranno modo di funzionare all’intero sistema fino all’inizio di aprile, dopodiché bisognerà trovare i soldi per pagare gli stipendi e sostenere le tratte.C’è chi vocifera di casse al limite ma sotto controllo: la realtà dei fatti è che in questo momento l’ad Cramer Ball sta impegnando tutto se stesso per convincere i soci che il piano aziendale corretto con Roland Berger e Kpmg possa funzionare nel salvare l’azienda.
Il punto è uno: devono essere fatte delle scelte in grado di portare Alitalia ad agire, offrendo comunque un buon servizio, come una low cost. Tagliando sugli sprechi ma aumentando in questo modo i ricavi invogliando la gente a sceglierla. Tutto è comprendere se coloro che si trovano negli suoi più altri scranni saranno d’accordo.