E’ stato firmato il decreto che sancisce la costituzione della nuova Alitalia: cosa succede ora? E’ questa la domanda che viene spontaneo porsi. La risposta? Si è semplicemente all’inizio di un percorso, non velocissimo, che dovrà però essere svolto senza perdere tempo in inutili discussioni.
Un percorso non immediato ma importante
La firma del decreto che da vita alla nuova Alitalia è in realtà, va ripetuto, solo l’inizio di un percorso che si concluderà con il rilancio del vettore italiano. Per prima cosa ci vorrà un mese circa prima che il documento arrivi in Parlamento e giunti a quella fase la compagnia dovrà presentare il nuovo piano industriale, chiamato a illustrare come l’azienda intenda muoversi nei prossimi 5 anni.
Fatto ciò arriverà uno dei check point più difficili da affrontare per la compagnia aerea italiana: quello che la vedrà, insieme al Governo, dimostrare alla Commissione Europea che la società non ha continuità con la vecchia Alitalia. Se si riuscirà nell’intento, la newco potrà debuttare ufficialmente con i propri aerei e il proprio nome, almeno secondo le stime dell’ad Fabio Lazzerini, all’inizio del 2021.
I potenziali “intoppi” al percorso di Alitalia non finiscono però qui: é infatti previsto che Bruxelles si pronunci a breve sugli aiuti ricevuti dalla compagnia, ben 1,3 miliardi, fin dal 2017, quando venne commissariata nel corso del Governo Gentiloni. Sebbene ufficialmente non sia stata presa nessuna decisione, gira voce che la Commissione Europea li considererà aiuti di Stato e quindi da restituire da parte dell’azienda.
In quel caso però è stato previsto che il peso ricadrà sulla vecchia compagnia che sarà trasformata in una sorta bad company per gestire il debito, mentre la newco, grazie al decreto Rilancio, potrà contare su una dotazione iniziale di 3 miliardi.
Rotte e alleanze due punti chiave per Alitalia
La questione Alitalia si sarebbe potuta “risolvere” con maggiore anticipo rispetto ai tempi attuali, se non fosse che per consentire la nascita di Alitalia Tai (Trasporto Aereo Italiano) si è dovuto prima trovare una quadra sui nomi dei consiglieri tra le varie anime della maggioranza di Governo. Il piano industriale, che dovrà coprire un arco di cinque anni, prevede al momento una dotazione di 90 aerei e circa 6500 dipendenti: da quel che è stato anticipato dovrebbe puntare sulle rotte di lungo raggio e in particolare quelle verso gli Usa, considerate le migliori dal punto di vista dei ricavi. Allo stesso tempo sarà rafforzata anche l’integrazione con Ferrovie dello Stato.
Altro punto importante che verrà affrontato dalla nuova società è quella delle alleanze. Come ha spiegato Fabio Lazzerini recentemente “è sicuramente uno snodo fondamentale del piano industriale. Il mondo delle compagnie aeree è un mondo di alleanze. È difficile rimanere da soli, ci sono poche compagnie che restano da sole. Difficile pensare” ha sottolineato, “di restare isolati in un mondo globale. L’importante è entrare in una partnership a testa a alta“.
Qualche giorno fa Usaerospace ha ribadito l’intenzione di voler entrare in una partnership con lo Stato e a investire 1,5 miliardi di dollari.