Niente pace per Alitalia, o meglio per il Governo: la Commissione Europea ha infatti aperto un’indagine sul prestito ponte per valutare in modo approfondito se il prestito ponte di 900 milioni di euro che l’Italia ha concesso ad Alitalia costituisca o meno un aiuto di Stato.
Fattore del quale al momento Bruxelles sembrerebbe convinta e la motivazione, va sottolineato è molto semplice da quel che si può leggere in una nota diffusa in tal senso.
[Il timore è che] la durata del prestito, che va da maggio 2017 fino almeno a dicembre 2018, superi la durata massima di sei mesi prevista dagli orientamenti per i prestiti di salvataggio. È compito della Commissione garantire che i prestiti che gli Stati membri concedono alle imprese siano conformi alle norme dell’Ue in materia di aiuti di Stato. Verificheremo se il prestito concesso ad Alitalia è conforme a tali norme. Tale notifica ha fatto seguito ad una serie di denunce che la Commissione ha ricevuto nel 2017, nelle quali si sosteneva che il prestito costituiva un aiuto di Stato incompatibile con le vigenti norme Ue.
Insomma, la paura dell’Europa è che per salvare Alitalia, lo Stato spenda di più di quello che è richiesto ed accettato secondo le normative europee.In fin dei conti l’apertura di un’indagine approfondita dà modo a tutte le parti interessate “la possibilità di esprimere la propria opinione in merito alla misura, senza pregiudicare in alcun modo l’esito dell’indagine stessa“.
Sotto accusa, in particolare, vi è il tasso del 9,90%, relativamente basso per il rischio rappresentato dal prestito ponte di per sé.