Fine del monopolio Alitalia sulla tratta Linate – Fiumicino. Dopo la recente decisione del Consiglio di Stato, che ha respinto il ricorso presentato dall‘Alitalia contro la decisione del Tar del Lazio (che a sua volta si era pronunciato dopo una delibera dell’Antitrust in merito), ha fine l’esclusiva della compagnia nazionale di bandiera su una delle rotte di riferimento dei cieli italiani. A far concorrenza al vettore nazionale saranno i britannici di easyJet.
“Non è ancora noto quando la compagnia low cost – terza sul mercato per numero di passeggeri trasportati, dopo la stessa Alitalia e Ryanair – avvierà il proprio servizio, ma è presumibile che ciò avvenga nella primavera inoltrata, all’entrata in vigore dell’orario estivo” – osservava in proposito Paolo Stefanato su Libero Quotidiano – Come si ricorderà, il monopolio era stato generato dall’integrazione di Alitalia e AirOne seguita all’avvio della nuova Alitalia-Cai, all’inizio del 2009. Il governo, per favorire il decollo dell’operazione di salvataggio, aveva stabilito una deroga alle norme sulla concorrenza per tre anni; la tratta Linate-Fiumicino è sempre stata molto redditizia, fino ad alcuni anni fa era considerata addirittura una delle più ricche del mondo” (vedi anche Antitrust avvia istruttoria su Alitalia – Windjet).
Alle indicazioni di possibile monopolio sulla tratta, Alitalia aveva mostrato una tesi che non aveva convinto i più: il fatto che la concorrenza potesse essere intersettoriale e, pertanto, la tratta aerea Alitalia dovesse confrontarsi nello stesso comparto sui trasporti tramite il treno, grazie all’Alta velocità che – effettivamente – nel corso degli ultimi tre anni ha conquistato il 56 per cento del mercato, erodendo ai vettori il 50 per cento dei ricavi, e 2 milioni di passeggeri.
La tesi è stata tuttavia rigettata prontamente dall’Antitrust e, poi, dal Tar. Di qui la scelta di ricorrere – inutilmente – al Consiglio di Stato. Dubbi i riflessi sui conti societari: la tratta in questione pesa per Alitalia circa 150 milioni di euro, il 3 per cento del fatturato.