Alitalia: si punta alla vendita od al risanamento della compagnia? E’ questa la domanda che molti si stanno ponendo in queste ultime ore, dopo le prime manifestazioni di interesse da parte di terze società e gli scontri dei commissari con i sindacati.
Nonostante i tentativi infatti la cassa integrazione del personale Alitalia, per almeno 317 persone, rimarrà a zero ore lasciando davvero poco margine a quello che poteva essere un miglioramento della condizione dei lavoratori. Con la non accettazione del piano di risanamento proposto dal referendum, la compagnia di bandiera italiana si trova ora a fronteggiare una situazione di stallo difficile da gestire: il prestito ponte proveniente dal Governo è infatti sufficiente per far andare avanti il vettore ma non per consentire una gestione differente del personale.
Al momento non è disponibile una soluzione che riesca a porre sullo stesso piano un utilizzo meno ampio della cassa integrazione straordinaria è la preparazione del terreno per quelle che potranno essere le condizioni che futuro compratore di Alitalia troverà: è innegabile che al momento la prima preoccupazione dei tre commissari sia quella di mettere a posto la compagnia al fine di renderla più appetibile per una vendita. Le manifestazioni di interesse sono 33 al momento e di diversa tipologia: e l’obiettivo è ovviamente quello di vendere il vettore per intero ad una sola società europea, alla quale dare la gestione del 51% delle azioni, tenendo comunque in gara banche come Unicredit e Intesa SanPaolo per il restante 49%. Una situazione più chiara sarà ottenibile al momento dell’apertura della data room, quando le stesse compagnie che hanno manifestato l’intenzione di comprare interamente in parte Alitalia avranno a disposizione i dati della stessa per verificarne l’effettiva validità.