Alitalia non potrò contare su una soluzione di mercato: anche il Governo sembra arrendersi davanti a quella che si è mostrata essere la fine della cordata pronta a rilevare la compagnia. La defezione di Atlantia derivante dal suo atteggiamento incerto ha reso vani due anni di trattative, costringendo ora alla ricerca di una nuova soluzione che potrebbe coinvolgere Invitalia.
Divisione a tre soluzione per Alitalia
Purtroppo dopo due anni rientra in gioco la possibilità che Alitalia venga divisa in tre parti: sebbene almeno nominalmente sarebbe “salva”, il costo sociale dell’operazione risulterebbe devastante. Vendendo la parte aviation da sempre bramata da Lufthansa (circa 6500 persone tra piloti e assistenti di volo), la parte di assistenza a terra (circa 3mila persone) e la manutenzione (circa 2 mila), a conti fatti ci si potrebbe trovare con la necessità di affrontare almeno 5 mila esuberi con conseguente aumento dei prezzi dei biglietti di qualsiasi tratta.
È qui che entra in gioco Invitalia, il braccio finanziario del ministero dello Sviluppo alimentato dai fondi del Tesoro. Ma in questo caso, un suo intervento sarebbe da valutare bene e da gestire con molta attenzione, dato che non solo il coinvolgimento non può essere considerato definitivo, ma si rischia anche di essere indagati per aiuti di Stato.
Necessario nuovo piano per Alitalia
C’è bisogno quindi di un piano B che consenta per lo meno di limitare i danni: in molti oggi parlano di decisioni difficili da prendere e basta pensare ai numeri relativi ai lavoratori ed alle spese vive di Alitalia per rendersi conto che la strada sarà in salita. Secondo quello che è possibile leggere nei numeri del bilancio di Alitalia per il 2018, il costo del lavoro di Alitalia è pari a 589 milioni di euro: cifra enorme che contiene al suo interno stipendi, gettito fiscale, contributi Inps di 11.500 lavoratori.
Non stupisce pensare quindi a Lufthansa ed al fatto che il suo contributo al vettore lo abbia sempre voluto dare dopo uno sfoltimento delle risorse a 360 gradi. E bisogna essere realisti: in quale modo è possibile davvero salvare la compagnia se non si trovano privati pronti ad affrontare tale onere? Il Governo di certo non può farlo.
Le criticità sono tante e nella sua attuale situazione di stallo, tra le altre cose Alitalia sarebbe vicina anche a rendersi colpevole di violare la concorrenza internazionale di quei vettori che potrebbero, in caso di suo fallimento rilevare i diritti di volo con annessa quota di mercato.