Lo sciopero che nella giornata di lunedì ha paralizzato l’aeroporto di Fiumicino sembra ormai concluso: gli addetti ai servizi di pista di Alitalia Airport – circa un centinaio – che hanno incrociato le braccia ieri, oggi sono tornati al lavoro più per volere dei sindacati che non perché spaventati dalla prospettiva di precettazione minacciata dai ministri Sacconi (Infrastrutture) e Maroni (Interno).
Eppure c’è da credere che le ricadute dell’agitazione si faranno sentire ancora a lungo, e non solo nell’alveo di Alitalia-CAI (la Compagnia Aerea Italiana che sta nascendo dal fallimento della vecchia compagnia di bandiera). A pagare per primi, come è – purtroppo – ovvio, sono stati infatti i passeggeri, rimasti a terra per ore proprio mentre assaporavano il fascino della partenza verso le mete delle ferie natalizie; i loro “Basta”, le risse sfiorate (e scongiurate dal presidio della Polizia), l’intervento della Protezione Civile a distribuire viveri e coperte, sono anche i segni più evidenti della brutta figura di chi tanto si è speso per carcare di risolvere la questione-Alitalia.
Ovvero il Governo, e principalmente il suo leader Silvio Berlusconi. Il Premier, che ha vinto le ultime elezioni puntando forte sul suo ruolo di imprenditore capace di risolvere la crisi dei rifiuti a Napoli e – appunto – il caso della compagnia di bandiera, credeva di aver liquidato la pratica con la sottoscrizione dell’accordo CAI – Sindacati. Invece ha dovuto incassare il continuo “limare” della cordata di imprenditori del salvataggio, e la conseguente agitazione indetta dalle Sigle che lamentano un venir meno da parte del direttivo della nuova compagnia rispetto alle promesse fatte il mese scorso.
“Non è così che si gestisce uno start-up”, lamentano i Sindacati. Ma, dall’altra parte, ci sono le esigenze di chi vuole creare una struttura efficiente ed evitare spese indiscriminate. In mezzo, appunto, il Governo, che ha voluto entrare nella mischia (benché non fosse tenuto più di tanto a farlo) ed ora rischia di pagare, in termini strettamente elettorali, la sconfitta rappresentata dallo sciopero di lunedì. Oggi alle 17 (presso il centro direzionale di via della Magliana) è in agenda l’incontro tra i sindacati firmatari (Filt-Cgil, Fit-Cisl, Uilt e Ugl) e i rappresentanti di Cai. E c’è da credere che almeno il ministro Sacconi vorrà far sentire la propria voce durante l’assemblea…