Saranno le Ferrovie dello Stato ad acquisire Alitalia, la maggiore compagnia aerea nonché ex compagnia aerea di bandiera dell’Italia.
Lo ha deciso il Governo o meglio lo ha deciso il M5S e in modo particolare il vicepremier e ministro dello Sviluppo economico, Luigi Di Maio.
Alitalia non ha però un piano industriale di riorganizzazione ed inoltre sembra che vi siano molti soggetti privati interessati a rilevare la compagnia aerea, quindi non è ben chiaro come mai il salvataggio viene fatto da una società statale. Due aspetti su cui si focalizza il giornalista Gianni Dragoni in un articolo pubblicato sul suo blog, dal titolo “Alitalia salvata dalle Fs”.
Proprio Dragoni fa notare che il vicepremier Di Maio “ha spinto perché siano le Fs a rilevare le attività di Alitalia” e aggiunge: “Il ministro dell’Economia, Giovanni Tria, ha frenato. Ha chiesto al nuovo a.d. delle Fs, Giancarlo Battisti, un manager scelto dai grillini, di fare “interventi industriali e non finanziari”. Non esiste un piano industriale di riorganizzazione di Alitalia”.
Il via libera all’operazione delle Ferrovie dello Stato è arrivato a conclusione di una cena che si è tenuta a Palazzo Chigi, a conclusione della quale Di Maio ha affermato: “Abbiamo fatto una riunione con il presidente Conte, il ministro Toninelli, il ministro Tria, con Salvini e me stesso e abbiamo trovato la quadra, quindi si procederà in tal senso”.
Ed è stato lo stesso vicepremier Di Maio a dire: “Ci sono tantissimi interessati ad Alitalia, tanti soggetti privati. Quello che noi vogliamo creare con Fs è una nuova idea di trasporto e di turismo, io ringrazio veramente l’amministratore delegato Battisti perché ha una visione strategica sia dei flussi turistici sia dell’intermodalità che mette insieme aerei, ferro e gomma e ci consentirà di avere un sistema di trasporto integrato e ci andiamo a prendere i turisti all’estero con il lungo raggio. La partnership tecnica con Fs quindi è un punto di partenza”.
Scrive Dragoni: “In realtà i privati interessati alla compagnia non ci sono. Lufthansa si è proposta già in aprile solo per comprare una parte dell’attività di volo, un progetto che lascerebbe da 4mila a 6mila dei 12mila dipendenti in esubero. EasyJet ha fatto avance per proporsi per il medio raggio e alimentare la rete di Alitalia, non è chiara quale sarebbe la ricaduta di questo progetto, ci sarebbero comunque migliaia di esuberi. L’americana Delta avrebbe un interesse a sviluppare la joint venture dei voli transatlantici, di cui fanno parte anche Air France e Klm”.
È lo stesso giornalista che solleva una domanda per Di Maio: “In attesa che il ministro dell’Economia Tria, cui spetta autorizzare l’intervento delle Fs perché ne rappresenta l’azionista pubblico, trovi la favella e dica la sua, che potrebbe anche non coincidere con le affermazioni del vicepremier grillino, abbiamo una semplice domanda per Di Maio: Se ci sono – come sostiene Di Maio – tanti soggetti privati interessati ad Alitalia, perché il salvataggio viene fatto da una società interamente statale come le Fs?”
Che fine farà il prestito di 900 milioni che lo Stato aveva concesso ad Alitalia. Chiudiamo con due osservazioni di Dragoni.
“Il prossimo 15 dicembre – osserva il giornalista – i commissari di Alitalia dovrebbero restituire allo Stato il prestito statale di 900 milioni erogato in due tranche più gli interessi maturati, pari a circa 100 milioni, in totale quindi un miliardo. Dove pensano di trovare i soldi visto che a fine settembre la liquidità nelle casse della compagnia, esclusi i depositi in garanzia alla Iata e altri, era pari a 606 milioni e parte di questa liquidità deriverebbe da sconto fatture e altre operazioni sulla cassa pertanto non sarebbe effettivamente disponibile?”.
Infine Dragoni ricorda: “Non siamo a conoscenza di alcuna compagnia aerea al mondo in cui ci sia una partecipazione azionaria di una società ferroviaria. Cosa fa pensare che questa idea in Italia possa funzionare?”.