Come sono andati questi primi due mesi e mezzo di Ita Airways? Di certo sarebbero potuti andare meglio data la chiusura dell’anno con ricavi inferiori del 50% rispetto a quello che era stato pianificato nel piano industriale, ma è anche giusto dire che la pandemia di coronavirus e la crescita dei contagi ci hanno messo del loro e forse il loro reale impatto non era stato davvero considerato.
Ricavi in calo ecco le cause
A rendere noti i conti del vettore ci ha pensato direttamente il presidente della compagnia, Alfredo Altavilla, nel corso della sua audizione davanti alla commissione Trasporti della Camera. Il vero problema rappresentato da questi numeri è che i ricavi già tenevano conto dell’impatto pandemico, basandosi su una previsione che di certo non poteva considerare l’effettiva recrudescenza dei contagi derivanti dal Covid-19. Un problema che ha colpito in maniera forte tutti i vettori.
Tra le cause di questo calo rispetto alle previsioni Altavilla segna anche la mancata vittoria del bando di gara per la Sardegna e il fatto che la compagnia non abbia potuto lanciare la sua campagna pubblicitaria fino al 10 ottobre. Insomma, sarebbero diverse le ragioni che hanno portato Ita Airways a guadagnare meno nel previsto in questi primi due mesi e mezzo di attività. Come ha poi aggiunto l’ad Fabio Lazzerini, tra “dicembre e gennaio abbiamo cancellato 849 voli, pari al 7% del totale per preservare cassa e costi”: è facile quindi comprendere il vettore, al momento controllato al 100% dal Tesoro abbia riscontrato qualche problematica.
Nonostante si siano fatte più forti le voci di un possibile interessamento di Lufthansa, in Commissione la questione non è stata nemmeno accennata, forse per preservare la correttezza di eventuali trattative. La prossima settimana sarà tenuta una nuova audizione per poter dar modo di rispondere a tutte le domande necessarie relative al bilancio e al futuro.
Ita Airways non sarà croce rossa degli ex dipendenti Alitalia
Per quel che riguarda ulteriori nuove assunzioni, il presidente Altavilla ha fatto sapere di essere aperto all’eventuale scelta anche tra i dipendenti di Air Italy, il vettore che ha chiuso definitivamente lasciando i suoi operatori, oltre 1300, senza cassa integrazione od occupazione. Ovviamente si penserà a tale possibilità se le ipotesi di crescita, flotta e sviluppo lo consentiranno risultando coerenti con il business plan del vettore. Nel corso dell’audizione è poi stato molto duro per quel che riguarda il futuro dei dipendenti di Alitalia, spiegando:
Non mi interessa quello che succede a quelle persone non è un problema mio perché altrimenti diventiamo non più un’azienda che deve stare sul mercato ma una Croce Rossa dei dipendenti della vecchia Alitalia, che non ho intenzione di essere.
E per quanto possa non piacere, si tratta di un punto di vista comprensibile.