La soluzione Alitalia potrebbe essere davvero vicinissima, come ha confermato anche lo stesso Ministro delle Attività produttive Claudio Scajola. In settimana, infatti, secondo le ultime indiscrezioni l’ad di banca Intesa, Corrado Passera, advisor per il Governo, presenterà il suo piano, per la vendita della conmpagnia, al ministero del Tesoro. Il piano come era prevedibile verterà su un forte ridimensionamento della compagnia, sia a livello di costi, in primis con tagli consistenti di personale, sia a livello di rotte e di operatività aziendale.
In poche parole Alitalia dovrebbe rinascere più piccola, dopo un fallimento morbido, secondo una nuova versione della legge Marzano, e fondersi con Airone per formare una nuova compagnia tutta italiana che possa riprendere il controllo almeno del mercato domestico. Ma i nodi sul tavolo della discussione restano ancora molti a cominciare dal piano esuberi, che ha già ricevuto forte critiche dal sindacato. E poi la questione Malpensa che la Lega vuole assolutamente rilanciare, per finire al problema dei debiti che potrebbe scoraggiare la famosa cordata italiana di cui tanto si è parlato e che forse ora comincia a prendere forma.
Secondo le prime indiscrezioni si conoscerebbero i primi nomi della sudetta cordata fra cui figurerebbero i Benetton, Ligresti, Colaninno, che tuttavia non ha ancora sciolto tutte le riserve con un impegno di 100 milioni ciascuno; poi Fossati e Gavio con 50 milioni; e infine, con un ulteriore intervento di 100 milioni complessivi da parte di Marco Tronchetti Provera e il presidente della Confindustria, Emma Marcegaglia. Cosi facendo si dovrebbe raggiungere la cifra di 700-750 milioni di euro, che era il primo obiettivo del Governo. Restano però come detto ancora da risolvere i nodi legati agli esuberi, che qualcuno ha quantificato in almeno 4500-5000 unità, la questione Malpensa che vedrebbe un rilancio di alcune rotte verso la Cina e gli Stati Unitie per finire la questione dei debiti, di cui Alitalia è oberata, per i quali il Governo sta pensando ad una norma ad hoc, che renda più celere il ricorso all’amministrazione straordinaria, evitando il rischio che i debiti possano trasferirsi sui nuovi soci.