Lufthansa frena su Alitalia: è il direttore finanziario della compagnia Ulrik Svensson a smentire (per il momento, N.d.R.) ogni possibile interesse nell’acquisto della compagnia da parte dei tedeschi. Sulla stessa linea, per ora, anche Intesa Sanpaolo sebbene sembri che entrambi gli interlocutori siano più che altro restii a condividere solo mere ipotesi piuttosto che a svicolarsi del tutto.
Per ciò che riguarda Lufthansa è importante sottolineare una cosa: la compagnia aerea tedesca è tornata all’utile operativo nel primo trimestre dell’anno, con un Ebit di 25 milioni di euro rispetto alla perdita di 53 milioni dello stesso periodo del 2016. Una certa cautela nell’approcciare anche se solo potenzialmente una situazione come Alitalia è più che comprensibile. Ed allo stesso modo devono essere vissute le titubanze di Norwegian Air Shuttle e Malaysia Airlines che per il momento sembrano più interessate ad agire attraverso leasing di aerei e acquisti di piccole parti in caso di una vendita “spezzettata” della compagnia.
Intesa Sanpaolo, come anticipato, è più o meno sulla stessa linea d’onda. L’amministratore delegato Carlo Messina, a margine del’assemblea degli azionisti della banca, ha risposto alle illazioni che iniziavano a girare in merito ad un impegno dell’istituto nella messa a punto di una sorta di piano B per poter rilevare, in collaborazione con un altro socio potente, Alitalia. E sottolinea:
Qualunque soluzione possa garantire la continuità aziendale di Alitalia e quindi possa salvaguardare i posti di lavoro sarebbe da percorrere, sui giornali ho letto di Lufthansa ma anche di Ferrovie dello Stato che può essere un nuovo modello di integrazione tra trasporto aereo e di terra.
Un’apertura verso qualsiasi cosa possa salvare la compagnia, alla fine.