Sulla vecchia Alitalia la Procura di Roma sta portando avanti delle indagini che con ogni probabilità comporteranno un aumento dei soggetti iscritti nel registro degli indagati. Sui “resti” di quella che oramai è nella sostanza una scatola vuota dopo la cessione degli asset alla cordata CAI, che ha dato luce alla nuova Alitalia, ci sarebbe una vera e propria voragine stimata in ben 4,7 miliardi di euro per effetto di operazioni non solo discutibili, ma anche scarsamente produttive che hanno contribuito alla lunga agonia della vecchia compagnia di bandiera, e le cui responsabilità rischiano di ricadere sui vertici che al tempo guidavano la società. E non a caso, dopo che i pm hanno ascoltato nell’ambito delle indagini, in qualità di testimoni, esponenti dei sindacati e dirigenti della vecchia Alitalia, adesso gli interrogatori si sposteranno sugli amministratori delegati, presidenti e direttori generali che dagli anni ’90 ad oggi si sono succeduti sul ponte di comando intascando laute buonuscite senza ottenere risultati reddituali tali da permettere alla compagnia di bandiera di produrre utili e di garantirsi la sopravvivenza.