La scorsa ottava si è chiusa nel peggiore dei modi per Banco Popolare, che ha ricevuto un downgrade da Standard & Poor’s sul rating di lungo periodo a BB+ con outlook negativo. Marzo non è stato un mese facile per la banca, che dopo aver lanciato il profit warning 2012 ha fatto i conti con un bilancio non particolarmente brillanti e i soliti timori sulla qualità del credito. Venerdì il titolo Banco Popolare ha chiuso con un ribasso del 2,8% a 1,075 euro.
Il titolo è in forte trend ribassista da un mese circa, dopo che il primo febbraio scorso era riuscito a toccare il massimo annuale a 1,599 euro. Da allora le azioni Banco Popolare hanno perso il 49%. Il taglio del rating di S&P è un’altra batosta, che va assorbita al più presto altrimenti si corre il rischio di un nuovo tracollo del titolo in borsa sotto la soglia psicologica di 1 euro.
Secondo gli esperti dell’agenzia di rating americana la banca “appare sempre più vulnerabile a perdite su crediti maggiori delle attese legate ad asset deteriorati, sui quali ha un modesto livello di copertura, e al difficile contesto economico in Italia”. Ora se nei prossimi 12-18 mesi dovesse avvenire un ulteriore indebolimento della posizione di capitale, S&P minaccia di tagliare ancora il giudizio sull’affidabilità creditizia. L’agenzia ha anche tagliato il rating delle controllate Aletti e Creberg, a causa dell’incremento dei crediti deteriorati non-performing che nel 2012 sono saliti a 16,2 miliardi di euro.
Il downgrade a BB+ è significativo, in quanto Banco Popolare viene considerato ora un emittente non-investment grade. Ciò vuol dire che sul mercato degli istituzionali dovrà pagare tassi più alti per finanziarsi. I vertici di Banco Popolare hanno espresso tutto il loro disappunto per la decisione di Standard & Poor’s, ritenendo il giudizio non corretto. Secondo la banca il Core Tier 1 è al 10,1%, il profilo di liquidità e funding è eccellente e la crescita dei crediti deteriorati è stata inferiore rispetto a quella dei competitors. Il downgrade arriva a pochi giorni dai risultati di bilancio riferiti all’esercizio 2012, chiuso con una perdita netta consolidata di 945 mlioni di euro.