Giornata di passione ieri in borsa per le azioni Banco Popolare, che hanno evidenziato una flessione del 5,86% a 1,012 euro in un clima di forte negatività per Piazza Affari, ma in particolare per il settore bancario appesantito dall’instabilità politica italiana, dai rumors di un downgrade di Moody’s sull’Italia e dall’ampliamento dello spread a 324 punti base. Banco Popolare è stato tra i titoli più penalizzati e tra l’altro è stato anche sospeso per eccesso di ribasso durante la seduta di borsa. Il titolo è sceso fino a toccare la soglia psicologica di 1 euro.
Il nuovo crollo dei prezzi ha riportato le quotazioni sui livelli di metà agosto scorso. Da inizio anno il titolo Banco popolare perde il 24,3% alla borsa di Milano. Da un punto di vista tecnico, la perdita del supporto di 1 euro potrebbe innescare nuove violenti vendite sul titolo che avrebbe poi una proiezione di breve-medio periodo fino a 0,87 euro prima e 0,79 euro poi.
Banco Popolare ha sofferto molto in borsa anche per il downgrade subito sul finire della scorsa settimana (rating tagliato a BB+ da S&P), che ha fatto piombare la banca popolare tra gli emittenti non-investment grade e quindi con minore affidabilità creditizia. Secondo gli analisti il profilo finanziario di Banco Popolare è destinato a indebolirsi ulteriormente nei prossimi 12-18 mesi. Secondo gli esperti di Intermonte “la notizia del downgrade di S&P è negativa, in quanto rende sempre più difficile il finanziamento sul mercato”. La sim milanese ha confermato il giudizio su Banco Popolare a “underperform” (farà peggio del mercato) con target price invariato a 1 euro.
Tuttavia, sulla banca restano forti timori sulla qualità del credito. Intermonte ritiene che alla fine Banco Popolare sarà costretto a rafforzare il capitale. Secondo le stime del broker milanese, l’istituto di credito potrebbe “ricorrere alla conversione del bond per 500 milioni di euro”. A gennaio scorso l’isituto bancario guidato dall’amministratore delegato Pier Francesco Saviotti aveva collocato un bond senior a tre anni presso investitori istituzionali per 1,25 miliardi di euro.