Credem potrebbe aumentare il proprio dividendo

 La Banca Centrale Europea ha fornito ampia liquidità ai nostri istituti di credito, ma i profitti non dovrebbero risentire in maniera positiva: l’analisi più accurata sulla situazione delle banche nostrane e sulle prospettive future è giunta direttamente dagli analisti di Banca Akros, i quali hanno riconosciuto in particolare come la posizione di finanziamento del settore sia migliorata in maniera decisa. Neanche i prestiti sono destinati ad aumentare ed è soprattutto la recessione economica a incidere negativamente in tal senso. Le principali aspettative, invece, sono rivolte all’utilizzo della liquidità per la compensazione delle scadenze più imminenti. A seconda delle dimensioni, inoltre, vi potranno essere benefici o meno.

DISTRIBUZIONE DIVIDENDO BANCA INTESA E CREDEM 2011

Ad esempio, le dimensioni medie consentiranno di ottenere maggiori vantaggi dalla liquidità della Bce, mentre un colosso come Unicredit non ne beneficerà più di tanto. C’è anche da aggiungere, come sottolineato dagli stessi analisti, che i fondi comuni sono in una fase di deflusso da diverso tempo e questo dovrebbe provocare una chiusura generalizzata del passato esercizio con perdite nette. Di questo passo, gli azionisti che possiedono titoli relativi al settore in questione rimarranno piuttosto delusi, anche se qualche occasione da cogliere al volo c’è sempre. Ad esempio, Credem (Credito Emiliano) risulta essere l’unico istituto di credito osservato da Banca Akros che potrebbe incrementare la propria cedola, più precisamente da dieci a quindici centesimi di euro, un risultato importante, in particolare se si tiene conto del fatto che la banca emiliana non ha realizzato grandi acquisizioni negli ultimi tempi.

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Al contrario, gruppi importanti come Intesa Sanpaolo e Banco Popolare dovrebbero diminuire tale acconto, rispettivamente da otto a sei centesimi e da diciotto a diciassette. In aggiunta, la mancata distribuzione del dividendo è una realtà più concreta di quanto ci si possa aspettare, tanto che Unicredit ha già ispirato molte altre “sorelle”.

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