Dopo la pubblicazione dei risultati definitivi relativi al bilancio d’esercizio 2012, il titolo Finmeccanica ha iniziato una pesante discesa in borsa perdendo quasi il 10% in due giorni. Ieri le azioni del gruppo aerospaziale di via Monte Grappa hanno chiuso con un calo del 3,73% a 3,82 euro, appesantite dalla bocciatura di alcuni broker e dalle aspettative di un probabile declassamento da parte di Moody’s al livello “junk”, ovvero “spazzatura”. Finmeccanica perde quasi 800 milioni nel 2012, facendo peggio rispetto alle stime degli analisti finanziari.
Tuttavia, il gruppo parzialmente controllato dal Tesoro sembra ben avviato per chiudere la trattativa per la cessione di Ansaldo Energia alla coreana Doosan per un controvalore pari a 1,3 miliardi di euro. I due gruppi sarebbero entrati in trattativa esclusiva fino alla metà di maggio per cercare di concludere l’affare. Cdp potrebbe poi acquistare una quota del 10-20% del 55% in mano a Finmeccanica. Tuttavia, secondo la maggior parte degli analisti, la decisione definitiva sarà preso solo quando il governo sarà effettivamente in carica.
Nel frattempo i riflettori sono puntati sulla possibilità che l’agenzia di rating Moody’s possa abbassare il rating “Baa3” fino al livello “speculative grade”, quindi “junk”. Ieri Jp Morgan ha tagliato la propria raccomandazione sul titolo a “underweight” (sottopesare le azioni in portfolio) da “neutral”. Sforbiciata anche sul target price, che scende a 3,1 euro da 4,25 euro. Intanto, Finmeccanica non pagherà dividendi secondo Mediobanca e lo stesso vale per Jp Morgan, che ritiene ci sia un rischio concreto sotto questo punto di vista.
Intanto, la banca americana ha tagliato le stime di eps 2013 a 0,27€ da 0,65€ e di eps 2014 a 0,66€ da 0,72€. Jp Morgan ha poi sottolineato i rischi derivanti da eccessivi rating sub-investment grade, che potrebbero spingere molti clienti a non fare più affari con il gruppo aerospaziale. Ieri, però, è arrivata anche una promozione da Société Générale, che ha deciso di togliere il rating “sell” per portarlo a “hold”. Tagliato, però, il prezzo obiettivo a 4,3 euro da 4,8 euro.