Il gruppo Italcementi è una delle aziende italiane più esposte alla crisi politico-sociale in Egitto, alle prese con gravi disordini che stanno provocando centinaia di morti. Il paese nordafricano conta per il 20% dell’ebitda di Italcementi, che stamattina evidenzia una pesante battuta d’arresto alla borsa di Milano. Già ieri il titolo era crollato rovinosamente nel corso della seduta, per poi recuperare quasi tutte le perdite in chiusura. Oggi le azioni Italcementi perdono il 3,84% a 5,26 euro. E’ stato toccato finora un minimo intraday a 5,245 euro.
Italcementi possiede ben 5 cementerie in Egitto, attraverso la controllata Suez Cement. Inoltre, conta di altri 20 impianti di calcestruzzo. Gli analisti finanziari di Credit Suisse hanno messo il titolo sotto la lente, assumendo una view decisamente più conservativa sulle previsioni relative al periodo 2013-2014. Gli esperti della banca d’affari svizzera hanno verificato quali risultati si avrebbero in caso di scenario peggiore in Egitto, stimando un crollo del 50% dei volumi nel secondo semestre.
In base ai calcoli della banca elvetica, le stime sull’ebitda 2013-2014 nel paese nordafricano scendono del 30% a 114 milioni di euro quest’anno e a 112 milioni di euro nel 2014. Credit Suisse ha per ora deciso di abbassare le stime sul margine operativo lordo del gruppo del 3% a 586,25 milioni di euro (in calo dai 632 milioni di euro dello scorso anno). In calo anche le stime sui ricavi. Le nuove previsioni sul mol sono del 3% al di sotto della guidance 2013. Credit Suisse ha poi tagliato sia il rating che il prezzo obiettivo.
Il giudizio sul titolo Italcementi è stato abbassato a “neutral” da “outperform”, mentre il target price sulle azioni scende a 5,9 euro da 6,8 euro. Tuttavia, da un punto di vista tecnico, la situazione potrebbe peggiorare nel breve periodo se dovesse esserci una discesa sotto il supporto di 5,2 euro. Non va quindi esclusa una discesa fino a 5 euro o addirittura 4,8 euro. Due giorni fa Moody’s aveva tagliato il rating a Ba3 da Ba2, proprio a causa dell’instabilità in Egitto.